Giovane ucciso a Napoli: proseguono le indagini sull’omicidio di Emanuele Tufano

Emanuele Tufano, un ragazzo di 15 anni, è stato ucciso la settimana scorsa durante una sparatoria in corso Umberto I a Napoli. Le prime indagini della Procura per i Minorenni e della Procura ordinaria di Napoli suggeriscono che il tragico evento possa essere collegato a una faida tra gruppi di giovanissimi appartenenti ai rioni Sanità e Mercato. Secondo gli investigatori, Emanuele sarebbe rimasto coinvolto in uno scontro armato tra bande rivali che da tempo controllano queste zone cittadine, segnate da tensioni e conflitti a causa di dispute territoriali e rivalità adolescenziali.
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Sul luogo del delitto sono stati trovati numerosi segni di proiettili che hanno danneggiato veicoli parcheggiati e vetrine di negozi lungo la via. La Polizia Scientifica sta esaminando i fori di proiettile per stabilire la traiettoria dei colpi e il tipo di arma utilizzata. Si ipotizza che l’arma potrebbe essere stata una pistola automatica, viste le numerose tracce rinvenute. Alcuni dei colpi sono stati ritrovati persino su un cassonetto vicino, indicando l’intensità dello scontro a fuoco che si è verificato in piena notte.
Due ragazzi, entrambi minorenni e residenti nel quartiere Mercato, risultano indagati per il delitto. Gli inquirenti hanno raccolto le loro testimonianze e stanno lavorando per capire il coinvolgimento di altre persone, sebbene al momento non siano stati emessi ordini di custodia cautelare. Domani è prevista l'autopsia sul corpo di Emanuele, per fare ulteriore chiarezza sulle modalità della morte e sugli ultimi attimi del giovane, che frequentava il quartiere Sanità e aveva amici stretti tra i residenti della zona.
Il caso ha profondamente scosso l’opinione pubblica e le istituzioni locali, con il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, che ha sottolineato l’urgenza di rafforzare la sicurezza cittadina e prevenire l'accesso alle armi tra i più giovani. Questo episodio si aggiunge a una serie di eventi che evidenziano l’aumento della criminalità giovanile a Napoli, specialmente nelle aree periferiche dove la presenza di bande giovanili è in crescita. Sul web, numerosi messaggi di cordoglio e rabbia sono stati espressi dagli amici e dagli insegnanti di Emanuele, che ricordano il giovane come un ragazzo dai sogni e dalle speranze spezzate troppo presto.
Fonti delle indagini stanno analizzando anche i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, nel tentativo di ricostruire l’intero svolgimento dei fatti. La speranza è che ulteriori testimonianze e prove possano portare a una comprensione più dettagliata di quanto accaduto e permettere alla famiglia di Emanuele di ottenere giustizia.