Furto dati e dossieraggio, Renzi si costituisce parte civile e chiede chiarezza su cybersicurezza nazionale

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Matteo Renzi, senatore e leader di Italia Viva, ha deciso di costituirsi parte civile nell'indagine sul dossieraggio illegale ai danni di vari personaggi pubblici, tra cui lui stesso. L'ex premier intende chiedere giustizia per l'accesso abusivo a documenti sensibili e la successiva diffusione illegittima di informazioni private. Renzi ha inoltre annunciato un'interrogazione parlamentare per esaminare le azioni dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale riguardo alla protezione dei cittadini da simili attacchi, chiedendo che il governo garantisca i diritti inviolabili previsti dalla Costituzione.

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Parallelamente, la Procura di Milano e la Direzione Nazionale Antimafia (DNA) hanno presentato un nuovo ricorso al tribunale del Riesame per ottenere misure cautelari più rigide contro alcuni degli indagati. Tra questi, l’ex dirigente di polizia Carmine Gallo e il presunto hacker Nunzio Calamucci, per cui sono stati richiesti nuovamente gli arresti domiciliari. L'inchiesta coinvolge anche Enrico Pazzali, socio di maggioranza della Equalize e presidente della Fondazione Fiera Milano, considerata centrale nelle operazioni di spionaggio illegale. La decisione spetterà al Riesame, che stabilirà se applicare misure più severe a seguito del rigetto parziale delle richieste da parte del gip.

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervenuto sulla vicenda, affermando che il governo ha già avviato iniziative per proteggere i dati riservati. Tajani ha sottolineato l’importanza di prevenire che potenze straniere possano sfruttare attività di spionaggio, definendo inaccettabile che informazioni private siano utilizzate per scopi politici e dichiarando l'intenzione di rafforzare le misure di sicurezza cibernetica per garantire la sicurezza nazionale e tutelare la privacy dei cittadini.