Gabriele Muccino prevede la vittoria di Trump durante la presentazione di 'Fino alla fine'
Gabriele Muccino ha fatto parlare di sé durante la 19ª Festa del Cinema di Roma, presentando in anteprima il suo ultimo film, "Fino alla fine". Durante il red carpet, il regista ha espresso una previsione personale e controversa, affermando: "Temo che vincerà Trump", riferendosi alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Muccino ha una storia complessa con gli USA, dove ha vissuto e lavorato per anni collaborando con attori del calibro di Will Smith e Russell Crowe. Il regista ha raccontato di aver deciso di lasciare l'America dopo l'elezione di Trump nel 2016, ma ha sottolineato il suo timore per un possibile ritorno dell'ex presidente.
La proiezione di "Fino alla fine" rientra nella sezione "Grand Public" della manifestazione romana. Il film racconta la storia di Sophie, una giovane americana in vacanza a Palermo, la cui vita viene sconvolta dall'incontro con un gruppo di giovani locali. Il racconto si sviluppa come un thriller ricco di tensione, dove amore e sopravvivenza si intrecciano. La pellicola, scritta da Muccino insieme a Paolo Costella, riflette sui temi del destino e delle scelte personali, proponendo un viaggio alla scoperta di sé e della propria capacità di affrontare l'ignoto.
La Festa del Cinema di Roma, che si svolge dal 16 al 27 ottobre 2024, si distingue per la sua vasta offerta di proiezioni, con eventi dedicati sia al pubblico che agli addetti ai lavori. Tra i film più attesi, oltre a "Fino alla fine", figurano anche opere internazionali e prime visioni italiane. Quest'anno la kermesse celebra i 100 anni dalla nascita di Marcello Mastroianni e offre una serie di incontri con star come Johnny Depp e Viggo Mortensen, ospiti di prestigio della manifestazione.
Muccino, nel corso della sua carriera, ha saputo farsi apprezzare sia in Italia che all'estero, riuscendo a raccontare storie intime e al contempo universali. Con questo nuovo lavoro, il regista torna a esplorare le dinamiche umane e sociali, confermando il suo interesse per temi legati all'identità e al cambiamento. La sua dichiarazione su Trump ha suscitato reazioni, accendendo il dibattito sulla politica internazionale anche in un contesto dedicato al cinema e alla cultura.
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