Il video in diretta post-partita è diventato virale e la conduttrice è finita sulla croce, via social. Ecco le sue parole al Corriere Veneto. "Il 21 maggio ho contattato il genitore, ho preso il suo telefono e l'ho chiamato: una telefonata di cinque minuti e 11 secondi, che ho registrato. In particolare ho voluto scusarmi con lui e il bambino. Nella telefonata ho detto: "sono mortificata da quelle parole, che non erano appropriate. A dire il vero va inteso il significato in cui volevo dirle, ma qui è secondario: quello che mi interessa è sapere come sta il bambino". Questo per quanto mi risulta di come, se le cose non sono manipolate dagli adulti, i bambini siano sereni...».
E ancora: «Io sono sarda e questo cognome, in realtà, rimanda anche alla motivazione dell'infelice sentenza ... Mio nonno paterno è di Taranto ed è venuto qui per lavorare come ferroviere... Noi, famiglia sarda, siamo venuti in Veneto per lavorare e io ho cambiato tifo, diventando tifoso del Vicenza piuttosto che del Cagliari. Questo era il senso...». Tante le offese via social, travolta da reazioni negative "secondo me più del necessario... Più del peso di quanto ho affermato", quindi si proteggerà in sede legale. "Certamente".