Un’elezione senza scelta nel Myanmar dei generali

Le recenti elezioni in Myanmar, svoltesi dopo il colpo di Stato del 2021, rappresentano la prima fase di un processo elettorale complesso in un contesto di conflitto, repressione e accuse di illegittimità. La consultazione si è svolta in un clima di instabilità politica e sociale, sollevando interrogativi sulla reale scelta degli elettori e sul futuro del Paese.

Le urne si sono chiuse da poco in Myanmar per la prima fase delle prime elezioni generali dal colpo di Stato militare del 2021, in un voto che ha avuto luogo in un clima segnato dalla guerra civile, dalla repressione politica e da accuse diffuse di illegittimità. La consultazione, presentata dalla giunta come un ritorno alla democrazia elettorale, appare invece a molti osservatori come un passaggio formale destinato a consolidare il potere dei militari. Le operazioni di voto sono iniziate alle sei del mattino di domenica e, almeno nei seggi di Yangon, sono procedute lentamente. Le elezioni si articolano in tre fasi: la prima riguarda 102 delle 330 municipalità del Paese, mentre le successive sono previste per l’11 e il 25 gennaio. 🔗 Leggi su Formiche.net

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