Sopravvissuta al disastro del Vajont Ancora macerie e ferite da sanare
AGI - Il buio e la valanga di acqua. Poi una mano che la trascina fuori dal fango. Tutto avviene in pochi istanti. Micaela Coletti aveva 1 2 anni quando la sua famiglia, la sua casa, e Longarone, il suo paese, furono distrutti dalla frana colossale che uccise 1.917 persone tra cui 487 bambini e adolescenti. La frana si staccò dal Monte Toc, precipitò nel bacino artificiale del Vajont generando un’ onda di 300 metri che sommerse case e interi centri abitati. Nel giorno in cui ricorre il 62esimo anniversario del disastro del Vajont, la presidente del Comitato sopravvissuti continua a raccontare la sua storia, quella di un’intera Valle e di un intero Paese. 🔗 Leggi su Agi.it
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Micaela Coletti, sopravvissuta al disastro del Vajont: “Travolta dal fango, persi quasi tutta la mia famiglia” - Così Micaela Coletti, presidente del Comitato sopravvissuti Vajont, inizia a raccontare a Fanpage. Riporta fanpage.it
Vajont, 62 anni dopo: il legame profondo tra la memoria del disastro e l’Abruzzo - La tragedia del Vajont resta una ferita ancora aperta nella coscienza del Paese ma anche un esempio di memoria condivisa con l’Abruzzo. Come scrive laquilablog.it