Così abbiamo salvato l’osteria da Poldo

C’è, avvolto in un cappottone, Cencio che inforca la bicicletta e sembra uscire dal muro di nebbia. Strade di provincia, grigio attorno come gli anni che sono passati, nel profumo della nostalgia e della pasta e fagioli che ti serviva Poldo. Vecchia e cara pianura, ancora così è quando arriva l’autunno a San Biagio d’Argenta. Statale 16, cemento e curve che in quel tratto si chiama via Amendola. Il bancone, i tavoli, alle pareti le foto in bianco e nero, come quella di Cencio, un omone, il sorriso beato, che non c’è piĂą. In cornice, proprio accanto, il disegno di Poldo, così si chiama in arte – quella dell’oste – Walter Leoni, nella vita. 🔗 Leggi su Ilrestodelcarlino.it

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