Chiara la sfida mortale di don Puglisi alla mafia sempre più opaco invece il comportamento dello Stato
Mentre don Pino Puglisi, assassinato da Cosa Nostra nel giorno del suo compleanno il 15 settembre 1993 davanti alla sua parrocchia, cuore del quartiere Brancaccio di Palermo, è considerato dalla Chiesa cattolica martire, santo, elevato agli onori degli altari, chi contribuì in maniera decisiva a sbloccare le indagini sugli esecutori materiali dell’omicidio, diventando da quel momento un fantasma, è considerato dallo Stato un fastidio, un costo da ridurre se non da azzerare. E così Giuseppe Carini, al tempo dell’omicidio studente di medicina molto legato a don Pino Puglisi, da Testimone di Giustizia per anni inserito nel programma speciale di protezione (lo standard più alto di protezione garantito dallo Stato) si ritrova oggi a combattere, insieme a molti altri nelle medesime condizioni, contro burocrazie sorde, buchi normativi e prassi disumane, tra contributi pensionistici introvabili e timori per il disvelamento di dati sensibili. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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