La morte non è più un destino per tutti ma un privilegio per pochi | qualcuno diventa un ricordo altri un numero
La morte non è mai coerente, per nessuno. Non mi riferisco al dolore privato, che è sempre individuale e inestimabile, ma al suo riflesso nella cultura, ciò che crea una storia comune. La morte, in altre parole, come fatto sociale. Quando Giorgio Armani muore, la notizia non è semplicemente riportata, è esaltata, ritualizzata, istituzionalizzata. I necrologi si trasformano in epiche, le foto diventano icone. I telegiornali aprono speciali sulla sua vita, un’epopea del genio italiano. La sua morte non è una morte, ma una consacrazione, un’apoteosi mediatica che rende eterno il suo mito. È il teatro della memoria occidentale: un uomo giustamente ammirato diventa una leggenda. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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Morte. Destino. Sogni. Queste idee inarrestabili sono tenute nel profondo del cuore di un uomo. Finché ci saranno persone che cercano la libertà in questa vita, queste cose non svaniranno dalla terra. www.meganerd.it | #onepiece Vai su Facebook
"Basta pause umanitarie". In tre parole #Israele comunica la fine di #Gaza. E dell' umanità . Niente cibo, niente assistenza medica, niente di niente. Solo bombe. Decine di migliaia di esseri umani lasciati al loro destino di sofferenza e morte. #genocidio Vai su X
Giorgio Armani è morto addio al poeta della misura che ha creato molto di più di un impero della moda.