Il giustizialismo di Conte rende fragile il castello di carte giallorosso

Se oggi Matteo Ricci, indagato per concorso in corruzione, interrogato dai magistrati di Pesaro, non sarà per Giuseppe Conte più che convincente, il Movimento gli ritirerà l’appoggio. Emettendo la sentenza in nome della pulizia delle liste, cioè il codice di procedura penale e politico che Giuseppe Conte adopera quando gli serve, la spada di Damocle di un avvocato travestito da giudice, infilando le monetine nel juke-box della convenienza politica: e dunque, eventualmente, Ricci no, ma Chiara Appendino a Montecitorio sì.  Al Nazareno, sede del Pd,  fanno la danza della pioggia perché l’ex presidente del Consiglio non stacchi la spina al candidato del Partito democratico alla presidenza delle Marche (il quale, peraltro, potrebbe andare avanti da solo): semmai – questo filtra dal Castello di Elly Schlein – la vera preoccupazione è che l’inchiesta pesarese possa travolgere i collaboratori dell’ex sindaco, in particolare quel Massimiliano Santini che nei giorni scorsi si è avvalso della facoltà di non rispondere ai pubblici ministeri, un’eventualità che potrebbe essere per Ricci un colpo al cuore. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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Vade retro Ricci: spunta il giustizialismo grillino contro il candidato del Pd nelle Marche. Si prepara una fronda anti Conte… - Si risveglia l’anima giustizialista nel M5S e sono spine nel fianco per Giuseppe Conte e per l’alleanza col Pd nelle Marche.

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