Tassa minima i leader del G7 si arrendono a minacce poco credibili e mettono le multinazionali prima dei loro cittadini
In un mondo sempre più dominato da interessi economici e geopolitici, le decisioni dei leader del G7 sulla tassa minima sollevano interrogativi fondamentali: privilegiare le multinazionali rispetto ai cittadini è davvero il cammino che vogliamo seguire? Quentin Parrinello, direttore delle politiche dell’Osservatorio fiscale europeo, ci guida attraverso il dibattito, svelando le implicazioni di scelte che vanno oltre la tecnica, toccando il cuore del multilateralismo e della sovranità democratica.
?”Non è solo una discussione tecnica sulle tasse. È una questione geopolitica. Che tipo di multilateralismo vogliamo? E come giustifichi con il tuo elettorato la scelta di trattare le multinazionali in maniera più favorevole rispetto ai tuoi cittadini?”. Quentin Parrinello è il direttore delle politiche dell’ Osservatorio fiscale europeo, l’organismo fondato e guidato dall’economista Gabriel Zucman. Risponde al Fatto dalla conferenza internazionale dell’Onu sul finanziamento allo sviluppo, in corso a Siviglia. Proprio da lì, domenica, il premier spagnolo Pedro Sánchez ha criticato (“non è una buona notizia”) l’imbarazzante resa dei leader del G7, che hanno promesso a Donald Trump di esentare le multinazionali Usa dalla tassa minima globale del 15% concordata da oltre 140 Paesi nel 2021 e recepita dalla Ue nel 2024. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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Il quorum non è stato raggiunto, è vero. Ma ci sono oltre 15 milioni di cittadine e cittadini che hanno scelto di votare, e con circa 13 milioni di Sì, lanciano un messaggio forte e chiaro, più forte persino del consenso che oggi regge Giorgia Meloni a Palazzo Chig Vai su Facebook
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