La parabola di una coop
delle costruzioni, spesso dominato da grandi aziende multinazionali. La Cmc non è stata solo un gigante, ma un simbolo di come la cooperazione possa crescere e conquistare il mondo, portando avanti valori di solidarietà e innovazione. Questa storia straordinaria dimostra che, con passione e tenacia, anche le cooperative possono lasciare un’impronta indelebile nel panorama globale, aprendo nuove strade per il futuro del settore.
Per decenni la cooperazione ha avuto un gigante che la rappresentava in tutto il mondo, almeno nel settore delle costruzioni. Era la Cmc (Cooperativa muratori e cementisti), nata per volere di 35 muratori nel 1901 a Ravenna e che pian piano è riuscita a imporsi in particolare fuori dai confini italiani; caratteristica, quella dell'internazionalizzazione, che pochissime cooperative hanno avuto. Una marcia in più, insomma, in un campo come quello del mattone sicuramente molto competitivo. Ma nei cantieri della Cmc si è comunque sempre parlato in tante lingue e piano piano questa impresa è riuscita ad affermarsi su mercati complicati, come quello asiatico e in Africa, ad esempio, dove è stata protagonista della costruzione di importanti dighe. 🔗 Leggi su Ilrestodelcarlino.it
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