Petrolio nervoso Borse calme La guerra tra Israele e Iran vista dai mercati

Formiche.net | 16 giu 2025 | 🔊 Ascolta la notizia

Il primo lunedì post-conflitto ha portato un mix di nervosismo e speranza nei mercati finanziari, con le borse che cercano di mantenere la calma. Tuttavia, l’impennata del petrolio sottolinea come le tensioni geopolitiche continuino a scuotere i prezzi energetici, facendo emergere un quadro di incertezza globale. In questo scenario, gli investitori sono chiamati a monitorare attentamente ogni evoluzione, poiché un’ulteriore escalation potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola.

Il risveglio dei mercati, nel primo lunedì dopo l’apertura delle ostilità tra Israele e Iran è all’insegna dell’attesa, anche se non sono mancate le dovute eccezioni. Tra queste l’impennata del petrolio. Se infatti sui listini dell’azionario domina ancora la calma, sul versante energetico la guerra tra Israele e Iran continua a far salire il prezzo dell’oro nero, con il Wti quotato di buon mattino a 71,95 dollari, in aumento dello 0,93%, mentre il barile di Brent si è portato 74,88 dollari (+0,88%). Il nervosismo è presto spiegato. L’Iran contribuisce oggi con 3,3 milioni di barili di greggio al giorno (in gran parte comprati dalla Cina attraverso flotte ombra che aggirano le sanzioni) su un consumo globale di circa 104 milioni di barili. 🔗 Leggi su Formiche.net
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