Sul referendum la destra gioisce ma è una vittoria di Pirro | il fronte progressista può essere competitivo
Mai come in questi casi la strategia conta più delle parole, e il risultato finale dipende da un equilibrio sottile tra nervi saldi e tattiche mirate. La politically charged battaglia sul referendum si svela come una partita complicata, dove ogni mossa può cambiare le sorti di una vittoria tanto desiderata quanto insidiosa. In un clima di incertezza, l’unica cosa certa è che il fronte progressista ha ancora tutte le carte in mano per emergere competitivo.
Tutti sanno che il referendum è una corsa truccata per ragioni di prudenza costituzionale. In effetti, una parte ha a disposizione due risultati su tre. Chi propone il referendum sa che la sfida è dura: bisogna iniziare la partita, cioè superare il quorum del 50%, e poi vincerla. Gli avversari dei referendari sono molto più tranquilli, ma fino ad un certo punto perché si può vincere, anche passivamente, in tanti modi. Mai come in questi casi la matematica, il gioco dei numeri, può creare illusioni. Consideriamo il primo quesito referendario, quello sul reintegro, forse il piatto forte di questa tornata. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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Sui referendum la destra propone ai cittadini l’indifferenza: si va contro un principio base - (?? Campo content non trovato)
Nelle Marche la destra esulta ma fossi in loro mi preoccuperei. I voti al referendum superano quelli di Acquaroli nel 2020 e della destra alle europee 2024. Sapevamo che sarebbe stato difficile raggiungere il quorum, ormai in Italia è raro, e il taglio del quesito Vai su Facebook
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Referendum, chi ha vinto e chi ha perso. Perché centrodestra e centrosinistra non possono (del tutto) gioire Come scrive ilmessaggero.it: Ma, alla fine, in questo referendum appena trascorso, chi ha vinto e chi ha perso?