È libero Giovanni Brusca l' uomo che azionò il telecomando della strage di Capaci
Giovanni Brusca, il noto killer e protagonista di uno dei momenti più bui della storia italiana, è tornato libero dopo aver scontato la sua condanna. Sebbene ancora sotto protezione, la sua uscita dal regime di libertà vigilata ha riacceso le tensioni e le riflessioni sulla giustizia e sulla redenzione. Ma cosa significa davvero questa nuova fase per la società e per le vittime? La risposta si nasconde tra le pieghe di un passato che non si può cancellare così facilmente.
AGI - Giovanni Brusca è tornato libero a tutti gli effetti, benché ancora scortato dal Servizio centrale di protezione, che segue ogni suo movimento: la differenza tra il prima e il dopo è dunque labile, eppure l'effetto psicologico della scadenza dei quattro anni di libertà vigilata, caduta nei giorni scorsi, ha eliminato tutti gli obblighi residui a carico del boss di San Giuseppe Jato (Palermo) ed è di notevole impatto. Brusca, che azionò il telecomando della strage di Capaci e fece uccidere e sciogliere nell'acido il cadavere di Giuseppe Di Matteo, tenuto per due anni e due mesi in prigionia, non ha più l'obbligo di stare a casa dalle otto di sera alle otto del mattino né di firmare tre volte alla settimana nella caserma dei carabinieri del luogo in cui risiede. 🔗 Leggi su Agi.it
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E' libero Giovanni Brusca, il capomafia che azionò il telecomando che innescò l'esplosione della strage di Capaci il 23 maggio del 1992 in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta #ANSA Tweet live su X
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