Non si può parlare di Gaza senza parlare ogni giorno di Hamas
In un contesto globale sempre più polarizzato, il dibattito su Gaza e Hamas amplifica le tensioni, portando a un preoccupante aumento dell'antisemitismo. Ebrei aggrediti nelle città europee e discriminati in spazi pubblici suscitano interrogativi inquietanti sulla libertà di espressione e sull’accettazione sociale. È fondamentale riflettere su come la lotta per i diritti umani possa essere strumentalizzata, trasformando la solidarietà in odio. La narrativa è complessa: quale futuro ci attende?
Al direttore - Gli ebrei ormai stretti in un angolo. Uccisi fuori da un museo ebraico, assaliti nelle città d’Europa se portano la kippah in testa, respinti da un ristorante o da un negozio. La gente capisce, giustifica, e alza le bandiere della Palestina. Legittimato dall’opposizione alla politica del governo Netanyahu, l’antisemitismo è vivo e ha dettato le sue parole d’ordine: sionismo, apartheid, genocidio. Gli ebrei si nascondono. Non è vero che la gente diventi antisemita per l’opposizione al governo Netanyahu. L’antisemitismo è nella cultura e nell’animo, affonda le sue radici nelle viscere della storia e nel millenario pregiudizio dell’occidente. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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Trump torna a parlare di Gaza: "Con l'intervento degli Usa sarà una zona di libertà"
Donald Trump torna a parlare di Gaza, promettendo che, una volta cessati i bombardamenti israele, gli Stati Uniti interverranno per trasformare la Striscia in una "zona di libertà".
Le notizie più recenti da fonti esterne
Medio Oriente – La Coordinatrice ONU Sigrid Kaag sollecita cessate il fuoco immediato, accesso umanitario senza ostacoli a Gaza e rilancio della soluzione a due Stati nel briefing al Consiglio di Sicurezza; Parlare di Gaza all’Isola dei Famosi, dal paradosso nasce un momento importante di Tv; Lenzuola bianche contro il genocidio anche a Reggio, ma a qualcuno citofona la polizia; Dibattito su informativa ministro degli Esteri Tajani su Gaza, Caiata (Fratelli d'Italia): Morti tutti uguali, no a classifica del dolore, siamo amici di Israele ma non condividiamo escalation di violenza e umanitaria. 🔗Ulteriori approfondimenti disponibili online