I buoni argomenti di Israele sepolti dai crimini di Netanyahu

Dopo i terribili eventi del 7 ottobre, il dibattito su Israele si è polarizzato. Mentre alcuni evidenziano i gravi crimini commessi, altri cercano di difendere le ragioni di Israele, la cui immagine è spesso offuscata dalle accuse di violenze sproporzionate e crimini di guerra. In questo contesto, i validi argomenti israeliani rischiano di essere sepolti sotto il peso delle polemiche e delle accuse.

All’indomani degli atroci massacri del 7 ottobre, prima ancora che Israele avesse sparato un solo colpo, giornali, tv e social network erano già pieni di gente che chiedeva di fermare Israele, che denunciava la reazione sproporzionata di Israele, che non vedeva l’ora di gridare al «genocidio» perpetrato da Israele. Tra le molte responsabilità che Benjamin Netanyahu si è assunto da quando è tornato al potere e di cui è impossibile fare una graduatoria – compito che comunque lascio ben volentieri ai tribunali – una delle più gravi è senza dubbio quella di avere finito per dare ragione, ex post, a chi aveva torto marcio sin dall’inizio. 🔗Leggi su Linkiesta.it

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