Le motivazioni alla condanna di Delmastro | Ha messo in pericolo la prevenzione della criminalità

La condanna di Andrea Delmastro ha sollevato preoccupazioni sulla tutela del segreto d’ufficio e sulla prevenzione della criminalità. Il Tribunale ha riconosciuto che Delmastro era consapevole della delicatezza delle informazioni condivise con Donzelli in merito al caso Cospito, mettendo a rischio le misure di sicurezza e la lotta contro l’illegalità.

Il Tribunale ha stabilito che Andrea Delmastro fosse pienamente consapevole dell’esistenza del segreto d’ufficio sulle informazioni da lui condivise con l’onorevole Giovanni Donzelli sul caso Cospito. Lo ha scritto il presidente dell’ottava sezione collegiale, Francesco Rugarli, nella sentenza che ha portato alla condanna del sottosegretario alla giustizia a otto mesi di reclusione. Il collegio: «Le notizie comunicate a Donzelli rientravano nel segreto d’ufficio». Secondo quanto riportato nelle motivazioni, «il collegio ritiene che le notizie comunicate dall’imputato all’onorevole Giovanni Donzelli rientrassero e rientrino nell’ambito del segreto di ufficio e avessero la copertura penale prevista dall’articolo 326 codice penale; che la comunicazione di tali notizie abbia comportato un concreto pericolo per la tutela e l’efficacia della prevenzione e repressione della criminalità e che Delmastro non può essere ritenuto, come volevano difesa e procura, tanto leggero e superficiale da non aver considerato e non essersi reso conto della valenza e delicatezza e in definitiva della segretezza di quelle informazioni». 🔗Leggi su Lettera43.it

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