Non esiste lo scrittore che si chiude nello studio con i pugnetti sulle tempie e partorisce l’opera Conoscete la sindrome di Conan Doyle? | Donato Carrisi dialoga con Jean Reno

Nel vivo del Salone del Libro di Torino 2025, Donato Carrisi si trova al centro di un divertente scambio con Jean Reno. Tra battute e richiami affettuosi, emerge la curiosità sulla creatività degli scrittori, svelando come la scrittura sia un processo collettivo, lontano dall'immagine romantica dello scrittore solitario. E così, la conversazione si trasforma in un gioco di parole e idee.

“ Donatello! ”. Ai francesi si perdona sempre tutto. Perché poi se la prendono e si alza la spesa per il riarmo. Forse per questo quando al Salone del Libro di Torino 2025 Jean Reno chiama Donato Carrisi, per la dodicesima volta in mezz’ora, “Donatello” nessuno lo corregge, gli tira la giacchetta di pelle di cervo che indossa (pensate se chiamassero lui Jean-Luc o Jean-Pierre) facendola passare in cavalleria. L’incontro di prima mattina è dedicato alla fratellanza poetica tra La casa dei silenzi, l’ultimo libro dell’autore pugliese e Emma, l’esordio dell’attore francese alla scrittura. Nella mezzoretta scandita dai Donatello si scoprirà che in comune c’è pochino, oltre all’interpretazione di Reno del primo film di Carrisi ( La ragazza nella nebbia ) e alla casa editrice (Longanesi) che porta sul palco due celebrità internazionali: un attore ai limiti produttivi del sistema solare (I visitatori, Leon, I fiumi di porpora, Il codice da Vinci, Mission Impossible); Carrisi l’autore italiano più venduto nel mondo dopo Eco e Collodi. 🔗Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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