Generazione no – auto

Nella società odierna, la generazione no-auto sta riscrivendo le regole della mobilità. In un’epoca in cui l'auto era simbolo di libertà e progresso, i giovani mostrano sempre più indifferenza verso questo mezzo. La canzone di Willie Peyote riflette perfettamente questa apatia, spingendo a interrogarsi sulle nuove forme di mobilità e su un futuro che va oltre il possesso dell’automobile.

Comprare un’auto? Grazie, ma no grazie. Si potrebbe aggiornare così il tormentone della canzone di Willie Peyote. Lo si potrebbe fare alla luce della totale apatia che i ragazzi riversano nei confronti di quella che solo cento anni fa veniva considerata come l’avanguardia del futuro: l’automobile. Descritta come l’apoteosi della femminilità da Gabriele D’Annunzio, osannata come un’ode alla velocità da Filippo Tommaso Marinetti, le vetture non sono mai state contestate quanto oggi. Se a Oslo, o nella spagnola Pontevedra e in altre città viene vietato l’accesso dei veicoli ai centri storici – in favore di aree pedonali in grande espansione -, in tutto il mondo i movimenti car-free si moltiplicano. Partendo quasi sempre dai giovanissimi. «Effettivamente l’idea di automobile è in forte crisi tra le giovani generazioni» riflette l’antropologo Marino Niola, da poco in libreria con L’Italia dei Miracoli. 🔗Leggi su Panorama.it

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