Perché la crisi in Libia non può essere ignorata Conversazione con Varvelli
La crisi in Libia è un argomento cruciale che non possiamo ignorare. La recente uccisione del comandante miliziano Abdel Ghani al-Kikli ha riacceso le tensioni a Tripoli, evidenziando l’instabilità persistente. In questa conversazione con Varvelli, esploreremo le implicazioni di questo evento e il suo ruolo nell'architettura di sicurezza del paese, che continua a vacillare.
La recente uccisione del potente comandante miliziano Abdel Ghani al-Kikli, noto come “Ghnewa”, ha riacceso le tensioni a Tripoli, segnando un’escalation significativa nella fragile architettura di sicurezza libica. Più che un episodio isolato, l’agguato avvenuto nel campo militare di Tikbali appare come un passaggio decisivo nella nuova battaglia per il potere in Libia, con implicazioni regionali dirette anche per l’Italia e l’Europa. Subito dopo l’eliminazione di al-Kikli, il Governo di Unità Nazionale (Gnu) ha annunciato di aver preso il controllo completo del distretto di Abu Salim, roccaforte storica del leader miliziano, e successivamente di tutte le sedi operative dello Stability Support Apparatus (Ssa), la sua formazione paramilitare. Il primo ministro Abdulhamid Dbeibah ha celebrato l’operazione definendola “un passo decisivo verso l’eliminazione dei gruppi irregolari” e il rafforzamento del principio secondo cui “non c’è posto in Libia se non per le istituzioni statali”. 🔗Leggi su Formiche.net

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