Var-dì il vero | cronache di un calcio che non fischia più
Nel mondo del calcio, il VAR si è imposto come un arbitro supremo, guidando le decisioni in un'era di replay e analisi. Ma mentre il suo regno si fa sempre più sterile e distante dall’emozione del gioco, ci chiediamo: cosa resta della passione e dell’imprevisto? Scopriamo insieme le cronache di un calcio che fatica a ritrovare il suo spirito.
Ennesimo episodio. Ancora una volta il VAR è sceso in campo. Anzi no, è salito sul trono. E nel suo regno sterile e asettico, tra monitor HD, replay selettivi e inquadrature capricciose, ha deciso chi doveva essere toccato e chi no, chi meritava il rigore e chi la revoca. Ma almeno stavolta una cosa l’abbiamo capita: non serve più l’arbitro in campo. Basta una regia e qualche zoom artistico. Siamo passati dal “il calcio è degli arbitri” al “il calcio è degli switcher”. Se non sei andato a una scuola di montaggio video, non puoi arbitrare. E soprattutto: non puoi più capire. A Bergamo, il rigore dato e poi tolto alla Roma per il contatto tra Pasalic e Koné è diventato un’opera di postproduzione. Un corto d’autore. Con una regia che, nel dubbio, ha escluso l’unica inquadratura in cui si vede l’anca di Pasalic stampata sul fianco di Koné. 🔗Leggi su Sololaroma.it

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