Le parole di Mattarella | Vidi lo scudetto del ’64 E ora che vinca il rispetto

Sergio Mattarella, simbolo di imparzialità e super partes, si è avvicinato alla finale di Coppa Italia con un augurio speciale. Pur non potendo esprimere preferenze, le sue parole evocano la passione sportiva e il rispetto per il gioco, ricordando i trionfi passati e la bellezza dello sport che unisce. Un momento di celebrazione, quasi sacralizzato, per l'evento calcistico.

Sergio non può. Perché incarna l’imparzialità, è super partes nel Dna. Sergio non può, ma se potesse, forse una preferenza stasera ce l’avrebbe pure. La ‘tradisce’ all’inizio del suo intervento con cui ieri mattina ha ’benedetto’ la finale di Coppa Italia, quasi sacralizzandola. "Mister Italiano – rivolgendosi con quel piglio profondamente istituzionale, ma al tempo stesso paterno, caldo, rassicurante –, quando lei è arrivato a Bologna sicuramente le avranno ricordato che quasi novanta anni fa la sua squadra veniva definita ‘lo squadrone che tremare il mondo fa’. Non soltanto novant’anni fa. Credo di aver assistito all’unica finale spareggio per lo scudetto: avevo poco più di vent’anni, quindi pensate quando tempo è passato". Incredibile, ma vero: sotto gli affreschi del Colle, la Storia dei rossoblù si ricompone dalla voce della più alta carica dello Stato. 🔗Leggi su Sport.quotidiano.net

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