Crematorio freddo
Nato nel 1905 a Budapest, József Debreczeni visse un'esistenza segnata da due regimi oppressivi. Sopravvissuto ad Auschwitz nel 1944, si rifugiò in Jugoslavia. Qui, come giornalista, dedicò la sua vita a preservare la memoria delle atrocità da lui vissute, testimoniando la resilienza e il dolore di un'epoca buia.
Nato nel 1905 a Budapest, József Debreczeni fu come molti della sua generazione vittima di due regimi. Sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz dove giunse nel 1944, riparò poi per quasi tutta la vita in Yugoslavia dove lavorò principalmente come giornalista tentando di mantenere viva la memoria di quanto era accaduto nei campi di concentramento nazisti. La sua opera principale, ora finalmente giunta in Italia grazie alla bella traduzione di Dóra Várnai, Crematorio freddo, fu non poco osteggiata dal regime ungherese che preferiva rimuovere quanto accaduto e al tempo stesso non fu mai tradotta in Europa occidentale, finendo in quel tritacarne fatto di antisemitismo, Guerra fredda e feroce maccartismo che regnava allora negli Stati Uniti. Le splendide pagine di József Debreczeni arrivano così tardi, ma al tempo stesso consegnano una visione della follia nazista in presa diretta stupefacente e angosciante. 🔗Leggi su Ilfoglio.it

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