Così è morto il tiro da lontano Lo studio dello Spiegel che ne certifica la fine

Il tiro da lontano, un’arte sportiva che incantava il pubblico, sembra ormai relegato nella preistoria del calcio. Secondo uno studio di Spiegel, la pratica di calciare da lontano ha subito un drastico declino, con la statistica che rivela come oggi nemmeno i calciatori tentino più le sfide da 30 metri. Un cambiamento che segna la fine di un’era.

Così è morto il tiro da lontano. Lo studio dello Spiegel che ne certifica la fine Moritz Stoppelkamp più di dieci anni fa segnò dalla bellezza di 82 metri. Preistoria. Visto che oggi nemmeno più dai 30 metri si tira e si segna. È un trend che sottolinea lo Spiegel, numeri alla mano: i tiri dalla lunga distanza stanno diventando sempre più rari, almeno nel calcio professionistico europeo. Il giornale tedesco ha analizzato tutte le partite di Premier, Serie A, Ligue1 e Bundesliga a partire dalla stagione 201415. Ha preso in considerazione solo i tiri in porta e i colpi di testa su azione; sono stati esclusi i calci di rigore e i calci piazzati in genere. Sono stati valutati complessivamente 347.336 tiri in porta, per un totale di 36.279 gol. Secondo i dati, negli ultimi undici anni la distanza media di tiro è diminuita di quasi due metri: da 16,34 metri (stagione 201415) a 14,35 metri (prima metà della stagione 202425). 🔗Leggi su Ilnapolista.it

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