Valerio Piccolo a metà strada tra Killing Zoe e Paolo Sorrentino

Valerio, un talento che si colloca a metà strada tra l'intensità di "Killing Zoe" e l'estetica raffinata di Paolo Sorrentino, sfida le convenzioni della retorica. Con un approccio audace al racconto, esplora le regole del narrare, sorprendendo il pubblico e invitando a riflessioni profonde su ciò che diamo per scontato.

Ci sono regole della retorica, intesa come arte del raccontare, che siamo soliti accettare senza porci troppe domande. Per dire, tendenzialmente quando dobbiamo fare esempi riguardo un determinato argomento, a supporto di una nostra tesi, o per rovesciarne le istanze e sorprendere il nostro interlocutore, tendiamo a esporre aprioristicamente tre situazioni. Pensare di citarne quattro o due, suppongo, sarebbe non solo plausibile ma assolutamente possibile, ma non lo si fa mai, perché la consuetudine prevede il numero tre, e non certo per quella faccenda della perfezione che racchiuderebbe in sé. La retorica è arte seria, e come tutte le arti ha noi umani come artefici. Solo che non tutti gli umani sono stati messi a conoscenza dell’esistenza della retorica, o se ne sono stati messi a conoscenza, magari nel corso degli anni nei quali erano studenti, col tempo se ne sono dimenticati. 🔗Leggi su 361magazine.com

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