La difesa della democrazia passa dal controllo di bot e algoritmi
La difesa della democrazia nell'era digitale richiede un attento controllo di bot e algoritmi, strumenti che possono alterare la realtà comunicativa. Mentre un tempo i colpi di stato si consumavano nelle sedi televisive, oggi i poteri invisibili dei social network minacciano la libertà di espressione, rendendo urgente la protezione dei valori democratici nel cyberspazio.
Di solito, il primo atto del golpe era l’occupazione immediata delle sedi televisive. Oggi, dopo avere salutato con entusiasmo l’avvento della comunicazione orizzontale dei social network, ci accorgiamo che il mondo virtuale è percorso da eserciti e poteri invisibili, anonimi, senza mostrine o bandiera. I social network sono canali molto più permeabili alle interferenze straniere e organizzazioni politiche, o altra natura, rispetto alla televisione nazionale. Una televisione ha un direttore responsabile, standard editoriali, un’indicazione chiara di chi trasmette e perché. Se una rete straniera prova a influenzare il dibattito di un altro Paese, è visibile, tracciabile, e può essere contrastata. Ma se un paese straniero (o una centrale privata) compra diecimila bot e li istruisce per commentare, condividere fake news, infangare un candidato o promuovere una teoria, chi se ne accorge? Chi se ne accorge per tempo?Ennio Flaiano o Pier Paolo Pasolini hanno avuto buon gioco a notare la distorsione del dibattito pubblico prodotto dalla TV. 🔗Leggi su Linkiesta.it

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L’Europa prende il controllo: come il Libro Bianco rivoluziona la difesa - La difesa europea non è più un concetto astratto ... La sicurezza del continente, in un contesto geopolitico sempre più incerto, passa da qui. 🔗msn.com
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