Il pensiero di Paolo VI e la guerra come fallimento dell’essere umano

Il pensiero di Paolo VI si distingue per la profonda riflessione sulla guerra, vista come il fallimento dell'essere umano. La citazione di Leone XIV durante l'Angelus del 11 maggio, priva di retorica, riafferma l'importanza del messaggio pacifista del suo predecessore, ponendo l'accento su una prospettiva di speranza e responsabilità, in un momento cruciale per la Chiesa e il mondo.

Domenica 11 maggio, affacciandosi su piazza San Pietro per l’Angelus, Leone XIV ha citato Paolo VI. Lo ha fatto senza retorica, senza imitazioni, con la sobrietà che lo contraddistingue da quando è stato eletto. Ma il gesto, nel contesto della sua prima grande settimana da pontefice, è stato fortemente simbolico. “Mai più la guerra!”, ha ripetuto. “La guerra mai più!”. Le stesse parole che Paolo VI pronunciò nel 1965, di fronte all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Un’eco potente, che dice qualcosa sul modo in cui il nuovo Papa intende interpretare il ruolo della Chiesa nei conflitti del presente. Per Paolo VI, la guerra non era solo una catastrofe. Era un’umiliazione dell’umano. Il suo rifiuto della guerra non nasceva da un astratto pacifismo spirituale, ma da un giudizio profondo sull’inutilità della violenza. 🔗Leggi su Ilfoglio.it

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