Ucraina – Zelensky sollecita un ruolo militare Usa per garantire la pace
Gennaio viene indicato come il mese chiave per mettere nero su bianco i primi atti formali di un possibile accordo di pace. Kiev guarda agli Stati Uniti come garante centrale della fase post-bellica e punta a un coinvolgimento diretto di Washington per rendere stabile la fine delle ostilità con Mosca.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky conferma che i contatti con l’amministrazione americana sono già avviati e che i colloqui tecnici hanno permesso di chiarire diversi passaggi del dossier. Allo stesso tempo respinge con decisione le accuse russe su un presunto attacco con droni alla residenza del Cremlino, definendole infondate e facilmente smentibili dai partner internazionali grazie ai mezzi di verifica satellitari.
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Secondo quanto spiegato dal leader ucraino, una parte consistente del piano è già stata concordata e potrebbe arrivare alla firma entro poche settimane, a condizione che tutte le parti dimostrino volontà politica. All’inizio del nuovo anno è previsto anche un confronto con i Paesi della cosiddetta Coalizione dei Volenterosi, coinvolti nel processo negoziale.
L’incontro avvenuto in Florida con Donald Trump ha consentito di definire gran parte dell’intesa, lasciando aperte alcune questioni sensibili come il futuro del Donbass e il pacchetto di garanzie di sicurezza richieste da Kiev. L’Ucraina mira a un impegno statunitense di lungo periodo, ipotizzando una cornice di tutela estesa fino a mezzo secolo.
Tra le priorità indicate da Zelensky figura l’avvio immediato, in parallelo al cessate il fuoco, di una missione internazionale di monitoraggio. Il compito sarebbe affidato a Paesi ritenuti affidabili, dotati di strumenti tecnologici avanzati come satelliti, droni e infrastrutture di controllo, per prevenire incidenti o provocazioni lungo la linea di contatto.
Un secondo livello di garanzie riguarderebbe invece le risposte coordinate dei partner occidentali in caso di violazioni della tregua. Ogni scenario, spiega il presidente, sarebbe già descritto in modo dettagliato nei documenti in preparazione.
Nel dialogo con Trump è emersa anche l’ipotesi di un dispiegamento di truppe americane in Ucraina, lungo un’eventuale zona demilitarizzata o in prossimità dei confini. Zelensky precisa che una decisione di questo tipo spetta esclusivamente agli Stati Uniti, ma sottolinea che il tema è sul tavolo sia con l’ex presidente sia con gli altri membri della coalizione internazionale.
Washington, intanto, avrebbe manifestato disponibilità a rafforzare il supporto militare a Kiev attraverso sistemi di difesa aerea, inclusi missili NASAMS e PAC-3, ritenuti essenziali per proteggere il territorio ucraino.
Un ulteriore segnale politico forte, secondo Zelensky, sarebbe una visita di Trump in Ucraina. L’invito è stato avanzato in modo informale e l’ex presidente avrebbe mostrato apertura all’idea, pur ribadendo l’obiettivo di favorire una soluzione diplomatica indipendentemente da un viaggio a Kiev.
Il capo dello Stato ucraino osserva che un arrivo diretto, senza tappe intermedie, potrebbe facilitare la creazione di un clima favorevole a una tregua, superando anche le attuali difficoltà logistiche che obbligano i leader stranieri a raggiungere la capitale in treno.
Il percorso negoziale, infine, potrebbe includere anche un confronto diretto con Vladimir Putin. Zelensky afferma di ritenere possibile, già a gennaio, un incontro congiunto tra rappresentanti europei, statunitensi e ucraini, aprendo anche alla partecipazione russa. Ribadisce la propria disponibilità a qualsiasi formato di dialogo, sostenendo che l’ostacolo principale resti la reale volontà di Mosca di sedersi al tavolo.