Manovra 2026: fisco, lavoro e pensioni, tutte le novità approvate
La Camera ha approvato la #Manovra 2026, un pacchetto da 22 miliardi che interviene su #fisco, lavoro e #pensioni. Il testo riguarda imprese, famiglie e settori come trasporti e istruzione, con possibili revisioni sul fronte pensionistico nel prossimo anno.
Via libera definitivo della Camera alla manovra economica da 22 miliardi di euro, approvata con 216 voti favorevoli, 126 contrari e tre astensioni. Il pacchetto di misure interviene su fisco, previdenza, imprese, famiglie e settori specifici come trasporti, istruzione e infrastrutture. Sul fronte pensionistico, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha lasciato aperta la possibilità di rivedere nel 2026 l’incremento di un mese previsto dal 2027, qualora i conti pubblici lo consentano.
Il capitolo fiscale è dominato dal taglio dell’Irpef per il ceto medio: la seconda aliquota scende dal 35% al 33% per i redditi fino a 50 mila euro. La misura vale circa tre miliardi di euro e rappresenta il secondo passo della riforma fiscale avviata lo scorso anno. Il beneficio annuale varia da 40 a 440 euro, mentre si azzera oltre i 200 mila euro di reddito.
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Riparte una nuova fase di pace fiscale con la cosiddetta rottamazione quinquies. Le cartelle esattoriali relative al periodo 2000-2023, legate a imposte o contributi non versati, potranno essere definite in nove anni attraverso 54 rate bimestrali, con un tasso di interesse fissato al 3%.
Diventa norma la disposizione che attribuisce al popolo italiano la proprietà delle riserve auree custodite dalla Banca d’Italia. Sul fronte doganale viene introdotto un contributo di due euro per i pacchi postali provenienti da Paesi extra Ue con valore non superiore a 150 euro.
Per l’istruzione, stop all’Imu per le scuole paritarie che applicano rette inferiori al costo medio per studente. È previsto inoltre un bonus libri da 1.500 euro per studenti delle scuole medie e superiori appartenenti a famiglie con Isee fino a 30 mila euro.
Il contributo richiesto a banche e assicurazioni supera i 12 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto alle stime iniziali. Per gli istituti di credito scende la deducibilità delle perdite pregresse e viene rimodulata l’Irap, con una franchigia di 90 mila euro per i periodi d’imposta 2027 e 2028. Alle assicurazioni è richiesto un acconto pari all’85% del contributo sui premi Rc auto dell’anno precedente.
Dal primo gennaio 2026 aumenta al 12,5% l’aliquota applicata alle polizze Rc auto per le coperture di infortunio del conducente e assistenza stradale. Crescono anche le aliquote della Tobin Tax: sulle transazioni finanziarie salgono allo 0,2% nei mercati regolamentati e allo 0,4% negli altri casi, mentre le operazioni ad alta frequenza passano allo 0,04%.
Per le holding, il regime di esclusione sui dividendi sarà accessibile solo con una partecipazione diretta superiore al 5% o con un valore fiscale oltre i 500 mila euro. Sul fronte welfare aziendale, la soglia di esenzione fiscale dei buoni pasto elettronici aumenta da 8 a 10 euro.
Vengono prorogati fino al 30 settembre 2028 gli incentivi per le imprese che investono in beni strumentali legati alla Transizione 4.0 e 5.0. Le aliquote maggiorate arrivano fino al 180% per investimenti sotto i 2,5 milioni di euro. Rifinanziato anche il credito d’imposta Transizione 4.0 con 1,3 miliardi e stanziati oltre 530 milioni per le aziende della Zes unica.
Dal 2028 entra in vigore una ritenuta d’acconto per le imprese con aliquota dello 0,5%, destinata a salire all’1% nel 2029. In ambito lavoro, vengono estesi ai contratti rinnovati nel 2024 i benefici della tassazione agevolata al 5% sugli aumenti retributivi dal 2026, con soglia di reddito elevata a 33 mila euro.
Prorogata per tutto il 2026 l’esenzione del 50% sui dividendi riconosciuti ai lavoratori attraverso azioni in sostituzione dei premi di risultato, fino a un massimo di 1.500 euro annui.
Sul fronte previdenziale, l’adeguamento all’aspettativa di vita sarà graduale: un solo mese in più per la pensione di vecchiaia nel 2027 e tre mesi complessivi dal 2028. Viene invece eliminata la possibilità di anticipare la pensione cumulando rendita dei fondi complementari e pensione pubblica.
Ridotte le risorse destinate ai lavoratori precoci: i tagli all’anticipo pensionistico partono da 20 milioni nel 2027 e arrivano progressivamente a 190 milioni dal 2034. Cambiano anche le regole sul Tfr: dal 2026 l’obbligo di versamento al Fondo Inps si estende alle aziende con almeno 50 dipendenti, soglia che scenderà a 40 dal 2032.
Dal luglio 2026 scatterà l’adesione automatica alla previdenza complementare per i neoassunti del settore privato, con possibilità di rinuncia entro 60 giorni. Rifinanziati inoltre gli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto, con una rimodulazione delle risorse negli anni successivi.
Le risorse per il Piano casa scendono a 200 milioni complessivi nel biennio 2026-2027. Sulle locazioni brevi viene confermata l’aliquota del 21% per il primo immobile e del 26% per il secondo, mentre oltre due abitazioni l’attività è considerata reddito d’impresa.
Aumenta a 200 mila euro il valore massimo della casa escluso dal calcolo Isee nelle città metropolitane. Previsti infine oltre 10 milioni di tagli alla Rai e una riduzione del Fondo per lo sviluppo e la coesione pari a 300 milioni nel 2026 e 100 milioni annui nel biennio successivo.