Chi è Mohammad Hannoun, presidente dei Palestinesi in Italia: profilo e arresto nell'indagine sui finanziamenti a Hamas

#MohammadHannoun, presidente dei Palestinesi in Italia, è stato coinvolto in un’indagine giudiziaria riguardante presunti finanziamenti a #Hamas. L’arresto di nove persone ha sollevato questioni sulle attività di sostegno e raccolta fondi.

mohammad hannoun

Il nome di Mohammad Hannoun emerge al centro di una vasta operazione giudiziaria che ha portato all’arresto di nove persone, accusate di aver sostenuto Hamas attraverso una rete di raccolta fondi presentata come umanitaria. Tra i fermati figura proprio Hannoun, presidente dei Palestinesi in Italia, indicato dagli inquirenti come coinvolto in attività di terrorismo e finanziamento dell’organizzazione palestinese.

Secondo quanto emerso nella fase preliminare delle indagini, gli arrestati avrebbero operato tramite diverse strutture associative. Tra queste compaiono l’Associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese, con sede a Genova, e la sua articolazione come organizzazione di volontariato, entrambe riconducibili a Hannoun in qualità di legale rappresentante. Nel quadro investigativo rientra anche l’associazione La Cupola d’Oro, con sede a Milano, guidata da Abu Deiah Khalil.

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Hannoun, cittadino giordano residente in Italia da oltre quattro decenni, è noto alle cronache anche per precedenti provvedimenti amministrativi. Nell’autunno scorso era stato colpito da un Daspo disposto dal questore di Milano, che gli aveva vietato l’accesso al capoluogo lombardo per un anno. Il divieto gli era stato notificato all’aeroporto di Linate, sulla base di comportamenti ritenuti potenzialmente lesivi dell’ordine e della sicurezza pubblica.

In più occasioni Hannoun ha respinto le accuse, sostenendo di aver sempre operato esclusivamente nel campo degli aiuti civili. Ha ricordato di essere stato già coinvolto, tra il 2002 e il 2009, in procedimenti che definisce fondati su imputazioni infondate. In riferimento a quel periodo, ha citato una decisione del tribunale di Genova che avrebbe riconosciuto la natura umanitaria dei suoi progetti di sostegno alla popolazione palestinese.

L’interessato ha ribadito pubblicamente la propria posizione anche durante manifestazioni pro Palestina, dichiarando di agire in modo trasparente e nel rispetto delle leggi italiane. Architetto di professione, ha affermato di non aver mai finanziato attività militari o terroristiche e di voler continuare il proprio impegno umanitario, rivendicando diritti che considera sanciti dalle Nazioni Unite.