Manovra economica da 22 miliardi: tutte le misure tra fisco, imprese e pensioni

Il disegno di legge di bilancio da 22 miliardi approvato dal Senato prevede interventi su fisco, imprese e pensioni. Ora passa alla Camera, con l’obiettivo di approvare il provvedimento entro fine anno.

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Il Senato ha approvato il disegno di legge di bilancio da 22 miliardi di euro, che passa ora alla Camera per il voto finale atteso entro la fine dell’anno. Il provvedimento concentra gli interventi su riduzione del carico fiscale, sostegno alle famiglie, misure per le imprese e correzioni al sistema previdenziale, mantenendo invariati i saldi di finanza pubblica.

Uno degli assi centrali riguarda il taglio dell’Irpef per il ceto medio. La seconda aliquota scende dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro, proseguendo il percorso di riduzione avviato con la precedente riforma fiscale. Contestualmente prende forma una nuova fase di pace fiscale con la cosiddetta rottamazione quinquies.

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La sanatoria consente di definire le cartelle affidate alla riscossione dal 2000 al 2023, legate a imposte e contributi non versati. Il piano prevede fino a 54 rate bimestrali distribuite su nove anni, con un tasso di interesse ridotto al 3% dopo le modifiche introdotte in commissione Bilancio.

Un contributo aggiuntivo arriva dal comparto banche e assicurazioni, il cui apporto complessivo supera i 12 miliardi di euro. Per gli istituti di credito viene ridotta la deducibilità delle perdite pregresse nei prossimi esercizi e rimodulata l’Irap, con una franchigia di 90mila euro sulla maggiore imposta dovuta per il biennio 2027-2028. Le compagnie assicurative verseranno invece un acconto pari all’85% del contributo sui premi Rc.

Sul fronte delle polizze, dal 1° gennaio 2026 l’aliquota sulla Rc auto per le coperture legate a infortuni del conducente e assistenza stradale sale al 12,5% per i contratti nuovi o rinnovati.

Cambia anche la tassazione sulle transazioni finanziarie. Con la revisione della Tobin Tax, l’imposta raddoppia sui mercati regolamentati e passa allo 0,4% negli altri casi, mentre per il trading ad alta frequenza l’aliquota sale allo 0,04%.

Per le holding, l’accesso al regime di esclusione sui dividendi viene ristretto alle partecipazioni dirette superiori al 5% del capitale o con un valore fiscale oltre i 500mila euro.

Il capitolo imprese rafforza gli incentivi agli investimenti produttivi. Le agevolazioni per beni strumentali legati a Transizione 4.0 e 5.0 vengono prorogate fino al 30 settembre 2028, con aliquote maggiorate in base all’ammontare dell’investimento e all’origine europea dei beni acquistati.

La manovra stanzia inoltre 1,3 miliardi per rifinanziare il credito d’imposta Transizione 4.0, dopo l’esaurimento delle risorse precedenti, e oltre 532 milioni destinati alle imprese che hanno richiesto il bonus per la Zes unica.

Dal 2028 entra in vigore una ritenuta d’acconto per le imprese con aliquota dello 0,5%, che salirà all’1% a partire dal 2029.

Sul lavoro dipendente vengono estesi ai contratti rinnovati nel 2024 i benefici della tassazione agevolata al 5% sugli aumenti retributivi riconosciuti dal 2026, ampliando la platea ai redditi fino a 33mila euro annui.

Viene prorogata anche per il 2026 l’agevolazione sugli utili ai lavoratori, con l’esenzione del 50% dei dividendi derivanti da azioni assegnate in sostituzione dei premi di risultato, entro il limite di 1.500 euro.

In ambito previdenziale viene eliminata la possibilità di accedere alla pensione anticipata di vecchiaia cumulando la rendita dei fondi complementari, intervenendo sul meccanismo di anticipo pensionistico.

Per i lavoratori precoci aumentano progressivamente i tagli alla spesa pensionistica: la riduzione passa da 20 milioni nel 2027 fino a raggiungere 190 milioni a partire dal 2034, con incrementi graduali negli anni intermedi.

Novità anche sul trattamento di fine rapporto. Dal 1° gennaio diventa obbligatorio il versamento del Tfr all’Inps per le aziende con almeno 50 dipendenti, soglia che scenderà a 40 addetti dal 2032.

Per i neoassunti del settore privato, da luglio 2026 scatterà l’adesione automatica alla previdenza complementare, con la possibilità di rinuncia entro sessanta giorni dall’assunzione.

La manovra rifinanzia gli stanziamenti destinati al Ponte sullo Stretto di Messina, rimodulando le risorse negli anni 2032 e 2033 senza alterare l’importo complessivo già autorizzato.

Ridimensionato il Piano casa, che nel biennio 2026-2027 potrà contare su 200 milioni complessivi, pari a 100 milioni per ciascun anno.

Interventi anche sugli affitti brevi: l’aliquota resta al 21% per la prima abitazione locata per periodi inferiori ai 30 giorni e sale al 26% per la seconda, mentre oltre due immobili il reddito viene assoggettato a tassazione ordinaria.

Per il calcolo dell’Isee, il valore massimo dell’abitazione esclusa dal patrimonio sale a 200mila euro per le famiglie residenti nelle città metropolitane.

Un emendamento approvato attribuisce formalmente la proprietà delle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia al popolo italiano, introducendo un principio di titolarità pubblica.

Infine, viene introdotto un contributo di due euro sui pacchi postali provenienti da Paesi extra Ue con valore fino a 150 euro, applicato alle spedizioni in arrivo sul territorio nazionale.