Manovra, pensioni più rigide e nuove risorse: ponte sullo Stretto, casa e fisco al centro delle misure
La commissione Bilancio del Senato ha approvato il maxi emendamento sulla manovra finanziaria, che riguarda pensioni, fisco e investimenti pubblici. Il testo sarà discusso in Aula a dicembre, con un voto finale previsto il giorno successivo.
Via libera della commissione Bilancio del Senato al maxi emendamento del governo sulla manovra finanziaria. Il pacchetto di modifiche introduce interventi rilevanti su pensioni, previdenza, fisco e investimenti pubblici, aprendo la strada all’approdo del testo in Aula a Palazzo Madama il 22 dicembre alle 9.30, con voto finale atteso il giorno successivo dopo le dichiarazioni di voto previste in mattinata.
Durante i lavori, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è intervenuto per chiarire la posizione dell’esecutivo, sottolineando come l’obiettivo resti il risultato finale della legge di Bilancio. Il titolare del Mef ha ribadito la fiducia nel percorso parlamentare e nel confronto tra governo e Camere, rispondendo anche in modo ironico alle domande sulle ipotesi di dimissioni.
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Nel corso dell’esame degli emendamenti, una norma proposta da Fratelli d’Italia che riapriva i termini del condono del 2003 ha provocato lo stop temporaneo dei lavori. Dopo le proteste delle opposizioni, il testo è stato trasformato in un ordine del giorno, soluzione che ha consentito di superare l’impasse e riprendere l’iter.
Conclusa la fase emendativa, la commissione ha conferito il mandato ai relatori dei diversi gruppi di maggioranza. Il calendario parlamentare resta invariato, con l’esame in Aula e l’approvazione della manovra programmata entro il 23 dicembre.
Sul fronte pensioni, viene bloccata la possibilità di accedere alla pensione anticipata di vecchiaia sommando la rendita dei fondi di previdenza complementare. Previsti inoltre tagli progressivi all’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci, con riduzioni che aumentano a partire dal 2027 fino a superare i 190 milioni di euro annui dal 2034.
Dal primo gennaio scatterà l’obbligo di versare il Tfr al Fondo Inps anche per le aziende con almeno 50 dipendenti. La platea sarà ulteriormente ampliata dal 2032, includendo le imprese con 40 addetti o più.
Per i neoassunti del settore privato è prevista l’adesione automatica alla previdenza complementare a partire da luglio 2026. Entro sessanta giorni dall’assunzione, il lavoratore potrà comunque esercitare il diritto di rinuncia.
In ambito retributivo, la tassazione agevolata al 5% sugli incrementi salariali viene estesa anche ai contratti rinnovati nel 2024, con applicazione dal 1° gennaio 2026. La misura riguarda redditi fino a 33 mila euro. Introdotto inoltre un nuovo meccanismo di acconto sui premi assicurativi di veicoli e natanti, pari all’85% del contributo dovuto, con un gettito stimato di 1,3 miliardi nel solo 2026.
Arriva il rifinanziamento per il Ponte sullo Stretto di Messina, con una rimodulazione delle risorse legata all’aggiornamento dell’iter amministrativo. Gli stanziamenti vengono spostati in avanti, con incrementi previsti nel 2032 e 2033, mantenendo invariato il valore complessivo delle somme autorizzate.
Tra le altre misure approvate, le risorse destinate al Piano casa scendono a 200 milioni di euro complessivi nel biennio 2026-2027. Previsto uno stanziamento di un milione di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027 a favore dell’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi.
Prorogate fino al 30 settembre 2028 le agevolazioni per le imprese che investono in beni strumentali legati alla trasformazione tecnologica e digitale nell’ambito di Transizione 4.0 e 5.0. Dal 2028 entra in vigore una ritenuta d’acconto per le imprese con aliquota allo 0,5%, destinata a salire all’1% dal 2029.
Dal prossimo gennaio aumentano le aliquote dell’imposta sulle transazioni finanziarie: dallo 0,1% allo 0,2% per le operazioni su mercati regolamentati e dallo 0,2% allo 0,4% negli altri casi. Raddoppia anche l’aliquota sulle negoziazioni ad alta frequenza, che passa allo 0,04%.
Vengono inoltre riviste le regole per l’accesso al regime di esclusione, consentito solo con una partecipazione diretta superiore al 5% del capitale o con un valore fiscale oltre i 500 mila euro. Sul fronte delle locazioni brevi, l’aliquota è fissata al 21% per la prima casa e al 26% per la seconda; oltre due immobili, i proventi vengono considerati reddito d’impresa.