Ucraina, raid russo su Odessa: almeno otto vittime nell'area portuale
Il recente raid russo su Odessa ha causato almeno otto vittime nell’area portuale, evidenziando la continua tensione nel conflitto tra Russia e Ucraina. Mentre sul fronte militare si intensificano gli attacchi, i canali diplomatici tentano di aprirsi con incontri strategici tra Washington e Mosca. In un contesto così complesso, ogni mossa potrebbe essere decisiva per il futuro della regione e della pace internazionale. La speranza è che il dialogo possa prevalere sulla guerra.
Il conflitto tra Russia e Ucraina prosegue senza tregua sul terreno militare, mentre sul piano diplomatico restano aperti canali di confronto. Nei prossimi giorni, secondo fonti mediatiche internazionali, è previsto un incontro negli Stati Uniti tra rappresentanti di Washington e Mosca con l’obiettivo di discutere possibili prospettive di negoziato. Alla riunione dovrebbero partecipare Kirill Dmitriev, inviato speciale del presidente russo Vladimir Putin, Steve Witkoff, emissario del presidente Donald Trump, e Jared Kushner.
Nella notte del 20 dicembre 2025 un attacco russo condotto con missili balistici ha colpito le infrastrutture portuali dell’oblast di Odessa, nel sud dell’Ucraina. Il bilancio provvisorio diffuso dal Servizio statale di emergenza ucraino parla di almeno otto morti e 27 feriti. Alcune vittime si trovavano su un autobus che è stato investito dall’esplosione nelle immediate vicinanze dell’area colpita.
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Le autorità locali hanno riferito che l’attacco ha innescato un vasto incendio tra i camion parcheggiati nella zona portuale e ha causato danni a diversi veicoli. Il governatore regionale Oleh Kiper ha descritto l’azione come un’operazione su larga scala. Pochi minuti prima delle esplosioni, intorno alle 21 ora locale, l’aeronautica ucraina aveva diramato un’allerta per una possibile minaccia missilistica.
Le strutture portuali di Odessa restano tra gli obiettivi più colpiti dalle forze russe. Nelle ultime settimane, gli attacchi hanno provocato interruzioni prolungate dell’elettricità e problemi alla rete idrica. La notte precedente, un’operazione con droni aveva danneggiato infrastrutture di trasporto nella regione, colpendo anche un ponte sull’autostrada M15 in direzione della Romania e portando la Moldavia a chiudere temporaneamente alcuni punti di frontiera.
Parallelamente, Kiev ha intensificato le operazioni contro il settore energetico russo. Droni ucraini a lungo raggio hanno centrato una quarta piattaforma petrolifera russa nel Mar Caspio dall’inizio del mese. Fonti della sicurezza ucraine, citate da Euromaidan Press, hanno indicato che l’obiettivo più recente era riconducibile a infrastrutture del gruppo Lukoil, con conseguente sospensione delle attività.
Attacchi precedenti avevano già colpito piattaforme nei giacimenti di Filanovsky e Korchagin, causando l’arresto della produzione in diversi pozzi. Il Mar Caspio dista circa 900 chilometri dall’Ucraina, ma il Servizio di sicurezza ucraino ha spiegato che queste azioni rientrano in una strategia mirata a ridurre le entrate derivanti da petrolio e gas, considerate centrali per il finanziamento delle operazioni militari russe. Mosca e Lukoil non hanno diffuso dati ufficiali sull’entità dei danni, mentre fonti non confermate parlano di stop produttivi in più siti offshore.