Putin alla conferenza di fine anno: Kiev respinge la soluzione pacifica del conflitto

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Nel corso della tradizionale conferenza di fine anno a Mosca, il presidente russo Vladimir Putin ha accusato l’Ucraina di non voler porre termine alla guerra attraverso strumenti diplomatici. Le dichiarazioni arrivano a ridosso delle decisioni dell’Unione europea sul sostegno finanziario a Kiev e mentre i canali di dialogo con Washington restano bloccati.

Secondo il leader del Cremlino, Mosca rimane disponibile a una soluzione negoziata, ma solo a condizioni precise. Putin ha ribadito che un eventuale accordo dovrebbe fondarsi sui principi già illustrati in passato, con particolare attenzione alle cause profonde del conflitto, che a suo dire non sarebbero mai state affrontate.

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Nel suo intervento, il presidente russo ha attribuito al governo di Kiev la responsabilità dell’inizio delle ostilità nell’est dell’Ucraina nel 2022, sostenendo che le autorità ucraine avrebbero dovuto consentire alle popolazioni locali di decidere autonomamente il proprio futuro e il proprio modello di vita.

Putin ha poi rivolto un attacco diretto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definendolo un attore particolarmente abile. Il riferimento è al video diffuso da Zelensky a Kupiansk, città che Mosca sostiene di controllare. Secondo Putin, le riprese sarebbero state effettuate a distanza dal centro urbano, mettendo in dubbio la reale presenza delle forze ucraine nella città.

Passando alla situazione militare, il capo del Cremlino ha affermato che le truppe russe avanzano lungo tutta la linea di contatto, mentre le forze ucraine sarebbero in ritirata su più fronti. Putin ha espresso fiducia nel fatto che entro la fine dell’anno l’esercito russo possa ottenere ulteriori risultati sul campo.

Il presidente ha inoltre ricordato che, secondo i rapporti dei comandi militari, le forze russe avrebbero già registrato spostamenti verso ovest fino a circa 1,5 chilometri, indicando una prosecuzione dell’avanzata nelle aree di combattimento.

Nel corso della conferenza non è mancato un passaggio critico nei confronti dell’Unione europea. Putin ha definito una vera e propria rapina l’ipotesi di utilizzare i beni russi congelati per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina, avvertendo che una simile scelta avrebbe ripercussioni serie per i Paesi coinvolti.

Secondo il presidente russo, le divisioni tra i leader europei deriverebbero proprio dal timore delle conseguenze legali ed economiche di una decisione del genere. L’eventuale uso degli asset, a suo giudizio, comprometterebbe la fiducia nell’eurozona e creerebbe un precedente pericoloso applicabile in futuro anche contro altri Stati.

Putin ha infine assicurato che la Russia intraprenderà ogni azione legale necessaria per tutelare i propri interessi, dichiarando l’intenzione di rivolgersi a una giurisdizione indipendente dal contesto politico internazionale.