Marco Carta racconta l'infanzia segnata dall'assenza del padre e dalla perdita della madre

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Durante l’ospitata a La volta buona, Marco Carta ha ripercorso alcuni dei passaggi più dolorosi della sua vita privata, riportando alla luce un’infanzia attraversata da mancanze profonde e lutti precoci. Il cantante, noto al grande pubblico dopo la vittoria ad Amici, ha parlato per la prima volta in modo dettagliato del rapporto mai esistito con il padre.

Il tentativo di incontrarlo risale a quando aveva appena sette anni. Un appuntamento concordato, vissuto con l’emozione tipica di un bambino che spera di conoscere finalmente il proprio genitore. Vestito con cura e arrivato in anticipo, Marco ha atteso a lungo, osservando ogni uomo che passava e immaginando potesse essere lui. L’attesa, però, si è trasformata in una certezza amara: quell’incontro non sarebbe mai avvenuto.

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Fu la madre a portarlo via da quel luogo, in silenzio, lasciando che fosse il tempo a spiegare ciò che le parole non riuscivano a dire. Da quel momento, il cantante ha compreso che il padre non avrebbe mai fatto parte della sua vita. Un’assenza che non ha mai trovato spazio per il perdono, anche dopo la notizia della sua morte, avvenuta circa due anni più tardi.

Quando gli venne comunicato il decesso, Marco non reagì. Per il bambino che era stato, quel padre era già “morto” il giorno in cui non si era presentato. Diversa fu la reazione della madre, descritta come profondamente provata. L’uomo, morto a soli 32 anni, non aveva mai cercato un contatto, una scelta che Carta ha definito frutto di egoismo e disinteresse.

Il racconto ha toccato anche Caterina Balivo, visibilmente coinvolta dall’intensità delle parole dell’ospite. Ma il dolore non si è fermato lì. Anni dopo, Marco ha dovuto affrontare un’altra perdita devastante: quella della madre, scomparsa per una malattia quando lui aveva 28 anni.

Una donna che per lui aveva rappresentato tutto, cresciuto con dedizione e sacrificio, cercando di compensare l’assenza paterna. Nonostante questo, il cantante ha ammesso di aver portato con sé molte fragilità e vuoti interiori, difficili da colmare.

Un ruolo fondamentale lo ha avuto nonna Elsa, figura di riferimento costante e presenza affettiva insostituibile. Una donna descritta come forte, luminosa, capace di amare se stessa e trasmettere questa energia a chi le stava accanto. La sua scomparsa, avvenuta a 74 anni, ha rappresentato un ulteriore colpo per Marco, che sperava di poter condividere con lei ancora molto tempo.