Super influenza nel Regno Unito: identikit del nuovo ceppo A/H3N2 che sta accelerando i ricoveri
L’impennata di casi influenzali che sta colpendo il Regno Unito ha acceso l’attenzione internazionale. Il Paese sta fronteggiando una diffusione anticipata e particolarmente intensa della cosiddetta super influenza, un’ondata che ha messo sotto pressione il Servizio sanitario nazionale inglese (Nhs), già provato dalla minaccia di scioperi tra i medici. Prima ancora del periodo natalizio, l’Nhs è precipitato nello scenario peggiore previsto dagli esperti.
I numeri dei ricoveri confermano la portata dell’emergenza: in Inghilterra la media giornaliera dei pazienti ospedalizzati per influenza ha superato livelli record per questo periodo dell’anno, passando in una settimana da 1.717 a 2.660 accessi quotidiani.
Il nuovo ceppo influenzale: cos’è il virus A/H3N2 J.2.4.1
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A spingere verso l’alto i contagi è la circolazione di un nuovo ceppo influenzale, il virus A/H3N2 J.2.4.1, noto anche come sottoclade K. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) segnala un suo rapido aumento dalla scorsa estate e la presenza in diversi Paesi secondo le analisi genetiche disponibili.
I virus appartenenti al sottoclade K mostrano differenze significative rispetto ai precedenti ceppi A/H3N2. In Gran Bretagna la diffusione è tale che alcune scuole sono tornate a introdurre misure già viste durante la pandemia di Covid, nel tentativo di contenere i contagi. Londra appare tra le aree più colpite.
Su scala globale l’Oms osserva un incremento dell’attività influenzale stagionale, con un peso crescente dei virus A/H3N2. L’aumento coincide con l’arrivo dell’inverno nell’emisfero nord e con una risalita delle infezioni respiratorie tipiche di questo periodo. In alcune regioni del mondo le ondate influenzali sono arrivate prima e in forma più intensa del previsto. Nell’emisfero sud, diversi Paesi hanno registrato una stagione insolitamente lunga, con una circolazione virale rimasta elevata più del normale.
Impatto clinico, evoluzione del virus ed efficacia del vaccino
I virus influenzali, compresi gli A/H3N2, evolvono costantemente. Nonostante le differenze rilevate, i dati epidemiologici non indicano al momento un aumento della gravità clinica della malattia. Il sottoclade K rappresenta però un’evoluzione notevole all’interno della famiglia A/H3N2.
L’Oms sta valutando anche l’impatto di queste varianti sull’efficacia del vaccino antinfluenzale. Le prime analisi indicano che il vaccino continua a offrire protezione contro il rischio di ricovero sia nei bambini sia negli adulti, mentre resta incerta la sua efficacia contro la malattia clinica nella stagione in corso.
Nonostante alcune differenze genetiche tra i virus circolanti e i ceppi inclusi nei vaccini, i prodotti disponibili risultano comunque capaci di fornire un livello di protezione importante contro i virus derivati e contro gli altri ceppi presenti nelle formulazioni stagionali. La vaccinazione rimane dunque una misura cruciale per le persone più esposte alle complicanze e per chi le assiste.
L’Oms continua a monitorare l’evoluzione del virus e sostiene i Paesi nel rafforzamento delle attività di sorveglianza, con la possibilità di aggiornare le linee guida qualora necessario.