David Rossi ucciso: nuove analisi Ris e simulazioni 3D ribaltano la versione del suicidio

david rossi

Per la prima volta dalla morte di David Rossi, i carabinieri del Ris ipotizzano che il manager sarebbe stato trattenuto per i polsi, sospeso nel vuoto e poi lasciato cadere. La ricostruzione emerge da nuovi esperimenti svolti dal Ris di Roma e mostrati in esclusiva da Le Iene nel servizio di Marco Occhipinti e Roberta Rei, in onda in prima serata su Italia 1.

Anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Rossi, grazie alle nuove verifiche e ai test del Ris, confermerebbe i risultati della recente simulazione 3D commissionata dal programma televisivo. Secondo queste analisi, Rossi non si sarebbe tolto la vita, ma sarebbe stato vittima di un omicidio.

La nuova simulazione digitale e le criticità della precedente perizia

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La ricostruzione è stata effettuata tramite un manichino antropomorfo virtuale realizzato con le esatte proporzioni corporee di Rossi. Lo studio di ingegneria forense consultato da Le Iene ha utilizzato la versione 6.0 del software Virtual Crash, più avanzata rispetto alla 3.0 impiegata nella simulazione del 2022, giunta a conclusioni opposte.

L’ingegnere forense Giuseppe Monfreda, tra i massimi esperti del software, spiega che sono stati necessari oltre mille tentativi di simulazione, per un totale di circa 90 ore di lavoro. Il modello ottenuto porterebbe a una conclusione netta: Rossi sarebbe stato trattenuto per i polsi e successivamente lasciato cadere.

Durante l’inchiesta, Le Iene hanno costantemente aggiornato la Commissione, che ha così potuto avviare ulteriori accertamenti. Il presidente Gianluca Vinci riferisce che le nuove prove indicherebbero un incontro avvenuto la sera della morte e un’azione violenta che avrebbe portato Rossi a essere posizionato fuori dalla finestra e poi lasciato cadere.

Il ruolo dell’orologio e la ricostruzione della finestra

Elemento chiave è la rottura dell’orologio di Rossi, ritrovato al suolo con i cinturini separati dalla cassa. Vinci spiega che, sulla base delle nuove analisi, l’orologio non si sarebbe rotto nell’impatto. Il medico legale Roberto Manghi, coautore della relazione con il Ris di Roma, ha chiarito che la ferita sul polso sinistro non era una lesione “a stampo”, ma compatibile con una presa prolungata e a strappo. L’analisi del video mostra la cassa dell’orologio cadere prima del corpo e il cinturino atterrare in un secondo momento.

La finestra di Rocca Salimbeni è stata ricostruita con un laser scanner del Ris e riprodotta in un laboratorio specializzato in crash test. Gli esperimenti indicano che l’unico modo per provocare la rottura dell’orologio su entrambi i lati e le lesioni al polso sarebbe stato sospendere un corpo nel vuoto trattenendolo per i polsi. Durante i test, il manichino ha mostrato dinamiche coerenti con questa ipotesi, con la cassa dell’orologio che rimbalza all’indietro e il cinturino che cade poco dopo, vicino alla finestra. Un comportamento che il Ris giudica incompatibile con un semplice impatto al suolo o con l’incastro del cinturino al piolino della finestra, ipotesi sostenuta in passato.

La famiglia di Rossi, rappresentata da Carolina, chiede oggi la riapertura delle indagini. Sottolinea che, alla luce delle nuove evidenze scientifiche, la ricostruzione dei fatti appare radicalmente diversa da quanto sostenuto negli anni precedenti e ribadisce che l’omicidio non è soggetto a prescrizione.