Retribuzioni reali in calo: salari giù dell'8,8% rispetto al 2021 secondo Istat
L’Istat segnala che le retribuzioni contrattuali in termini reali, a settembre 2025, risultano inferiori dell’8,8% rispetto ai livelli di gennaio 2021. Il dato emerge dal dossier dedicato alle prospettive dell’economia italiana.
Nel terzo trimestre prosegue il miglioramento del mercato del lavoro, con una crescita congiunturale delle ore lavorate e delle unità di lavoro (ula) pari rispettivamente a +0,7% e +0,6%. L’aumento riguarda tutti i comparti: più marcato nelle costruzioni (+1,4%), moderato nei servizi (+0,6%). Per le ula, l’incremento più significativo arriva dall’agricoltura (+0,7%), mentre industria e servizi mostrano ritmi più contenuti.
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A ottobre si conferma il ritmo di crescita occupazionale registrato a settembre, con un aumento dello 0,3% sul mese precedente e 75mila occupati in più. Il tasso di occupazione sale al 62,7% (+0,1 punti percentuali). Scende il tasso di disoccupazione al 6,0% (-0,2 p.p.), mentre resta stabile la quota di inattivi, pari al 33,2%.
Nel terzo trimestre 2025, la dinamica delle retribuzioni mostra un rallentamento rispetto ai mesi precedenti, pur mantenendosi sopra il tasso d’inflazione. La decelerazione è attribuita alla stabilità dei salari nei servizi privati e al rallentamento dell’industria, compensati solo in parte da una lieve accelerazione nel settore pubblico, sostenuta dall’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale.
L’Istat prevede una crescita del Pil italiano pari allo 0,5% nel 2025 e allo 0,8% nel 2026, dopo il +0,7% registrato nel 2024. L’espansione sarebbe trainata interamente dalla domanda interna al netto delle scorte (+1,1 punti percentuali di contributo in entrambi gli anni), mentre la domanda estera netta fornirebbe un apporto negativo (-0,6 p.p. nel 2025 e -0,2 p.p. nel 2026).
Le previsioni sulla domanda estera si basano su uno scenario di attenuazione delle incertezze legate alla politica commerciale statunitense e su una stabilizzazione della domanda internazionale, accompagnata da una moderazione dei prezzi delle materie prime energetiche.