Caso Garlasco, nuova perizia: Dna sulle unghie di Chiara compatibile con la linea paterna di Sempio ma scientificamente non determinante

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Il Dna rinvenuto sui margini ungueali di Chiara Poggi risulta compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio, ma non consente di identificare con certezza un singolo individuo. È quanto emerge dalla relazione di oltre 90 pagine redatta dalla genetista Denise Albani per l’incidente probatorio che vede Sempio indagato per concorso nell’omicidio della giovane di Garlasco.

La nuova analisi è stata condotta esclusivamente sulla documentazione disponibile, poiché il materiale originario era stato interamente consumato nel 2014 durante la precedente perizia di Francesco De Stefano, svolta nel processo d’appello bis per l’omicidio del 13 agosto 2007, quando non esisteva alcun procedimento a carico di Sempio.

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Secondo Albani, i calcoli biostatistici indicano una compatibilità del profilo genetico che varia da un livello «moderato» a «forte». Il dato ritenuto più significativo riguarda la traccia individuata sul mignolo della mano destra della vittima. La genetista sottolinea tuttavia che si tratta di un aplotipo Y misto e parziale, non consolidato e ottenuto con un metodo di analisi che non garantisce la ripetibilità del risultato.

Nella relazione si evidenzia che non è possibile determinare con rigore scientifico la provenienza delle tracce: se fossero sotto o sopra le unghie, da quale dito siano originate, né le modalità con cui il materiale biologico sarebbe stato depositato. Le procedure di estrazione eseguite in passato, infatti, hanno comportato un lavaggio che ha dissolto le lunette ungueali, rendendo impossibile ogni valutazione certa.

La perizia segnala «rilevanti criticità» sulle tracce di Dna maschile, definite miste e incomplete. Non è possibile stabilire con metodi validati come, quando e perché quel materiale sia finito sulle unghie. Eventuali scenari di contaminazione ambientale, trasferimento diretto o indiretto rimangono ipotesi non supportate da dati solidi.

Albani rileva inoltre che, in assenza di informazioni sulla concentrazione del Dna totale e maschile, e considerando che le tipizzazioni del cromosoma Y furono effettuate su volumi differenti di eluato, le tre sessioni analitiche non possono essere considerate repliche. Vanno intese come risultati indipendenti, privi però di un profilo genetico consolidato o di un consenso analitico affidabile.