Allarme sui rischi nella medicina estetica: cresce l'abusivismo spinto dai social

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Da una donna finita in coma ad Arezzo dopo un trapianto di capelli pubblicizzato online come un semplice trattamento, fino alle chiusure di studi a Roma, Pisa e Catania dove venivano eseguite procedure invasive senza sicurezza né personale qualificato: gli ultimi episodi mostrano un aumento dell’abusivismo nella medicina estetica e una domanda sempre più condizionata dai contenuti social.

Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un’escalation di sequestri, denunce, studi improvvisati e interventi eseguiti da persone non qualificate, spesso scelti da pazienti attratti da offerte viste su internet – spiega Nicola Zerbinati, presidente Fime –. I social non vanno demonizzati, ma usati con spirito critico perché possono riscrivere la percezione della realtà. In medicina estetica, dove si interviene su volti e corpi reali, questo aumenta i rischi”.

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L’idea di labbra carnose, zigomi scolpiti e risultati immediati a prezzi scontati appare oggi a portata di click. La settimana del Black Friday ha amplificato offerte lampo e promesse irrealistiche, contribuendo a un immaginario distante dai principi di sicurezza. Un problema sanitario ma anche culturale: “Finti medici e studi improvvisati stanno mettendo a rischio la salute dei cittadini. La medicina estetica, se svolta da professionisti qualificati, migliora il benessere, ma richiede competenza e responsabilità”, aggiunge Andrea Servili, consigliere Fime.

La Fime ha quindi realizzato un vademecum per aiutare i pazienti a riconoscere le offerte ingannevoli e orientarsi con maggiore consapevolezza.

1) Le immagini ingannanoFotografie manipolate, luci diverse, angolazioni modificate e filtri possono alterare completamente l’aspetto di un volto o di un corpo. “Le foto prima/dopo hanno un impatto emotivo enorme, ma oltre metà di ciò che percepiamo dipende dalla fotografia, non dal trattamento – chiarisce Zerbinati –. Un profilo affidabile usa immagini coerenti, con stessa luce e stessa posizione”.

2) Promesse perfette sono un segnale d’allarmeIn medicina estetica non esistono risultati garantiti né procedure senza rischi. Espressioni come “rughe eliminate” o “labbra perfette” sono comunicazioni scorrette vietate dalle leggi 248/2006 e 145/2018. “Un professionista serio descrive il trattamento, non lo vende come miracoloso o in saldo”, afferma Servili.

3) L’effetto ‘wow’ non è necessarioFoto sensazionalistiche, trasformazioni estreme o risultati da copertina sono spesso selezionati o ritoccati. “Un feed pieno di miracoli è marketing, non garanzia di qualità. Il vero professionista punta alla naturalezza”, sottolinea Zerbinati.

4) La bellezza non è standardLabbra identiche, zigomi seriali e volti clonati segnalano un approccio poco professionale. “Molte persone non riconoscono più il naturale e chiedono risultati impossibili – osserva Servili –. Il medico deve spiegare limiti anatomici e rischi, e saper dire anche ‘no’”.

5) Verificare sempre il professionistaCurriculum chiaro, iscrizione a società scientifiche, studio autorizzato e contatti verificabili sono requisiti indispensabili. “Suggeriamo una verifica sull’anagrafica FnomCeo per controllare l’iscrizione all’Ordine dei Medici. Anche la specializzazione è fondamentale”, conclude Zerbinati.