Manovra 2025 – Nuovo esame sugli emendamenti e vertice decisivo della maggioranza

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Settimana cruciale per le modifiche alla manovra, attese al voto della commissione Bilancio del Senato a partire dalla prossima settimana. Oggi, con la verifica delle ammissibilità, è prevista una nuova selezione delle 414 proposte segnalate dai partiti. Tra mercoledì e giovedì, dopo il rientro della premier Giorgia Meloni dal G20 in Sudafrica, è in programma un nuovo vertice di maggioranza dedicato alle coperture, vincolate al principio dei saldi invariati. Ogni intervento dovrà quindi essere finanziato tramite riduzioni di spesa o nuovo gettito.

Secondo quanto filtra, sembra accantonata l’ipotesi – sostenuta dalla Lega – di un ulteriore rialzo dell’Irap sulle banche. La maggioranza è comunque chiamata a chiudere entro la settimana, così da consentire l’avvio del voto in commissione a Palazzo Madama dal 3 dicembre. Un calendario serrato che lascia meno di un mese per l’approvazione definitiva del ddl di Bilancio da 18,7 miliardi entro il 31 dicembre, scongiurando il rischio di esercizio provvisorio.

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Intanto il governo, e in particolare il Mef, hanno ottenuto un segnale positivo dai mercati con il rialzo del rating Moody’s, il primo dopo 23 anni, che rafforza la linea di politica di bilancio portata avanti dal ministro Giancarlo Giorgetti.

Restano aperti i nodi principali: l’aumento della tassazione sugli affitti brevi, la tassa sui dividendi, il capitolo pensioni, l’eventuale ampliamento della rottamazione 5 e i dossier sui condoni edilizi. Dal fronte dell’opposizione arriva un nuovo allarme sulla sanità. La senatrice Beatrice Lorenzin segnala che i 6,3 miliardi aggiuntivi previsti non sarebbero sufficienti a coprire i fabbisogni minimi del sistema sanitario nazionale.

Sul versante delle coperture, prende quota l’ipotesi di tassare al 12,5% l’oro investito per favorire l’emersione di lingotti e monete custodite nei caveau. Le prime stime, però, indicherebbero un gettito molto più basso rispetto ai 1,6-2 miliardi valutati nella relazione tecnica, probabilmente limitato a qualche centinaio di milioni.

Tra le altre misure allo studio figura il contributo da 2 euro sui pacchi in arrivo da Paesi extra-Ue entro i 150 euro, pensato come tassa sull’ultra fast fashion di origine cinese. In esame anche l’aumento della tassazione sulle transazioni finanziarie, che salirebbe dallo 0,2% allo 0,3% nel 2026.

Sugli affitti brevi emerge un possibile compromesso interno alla maggioranza: l’aumento dell’aliquota al 26% potrebbe riguardare soltanto chi opera in modo continuativo e possiede più di tre immobili.