Manovra 2026: nuova tassa agevolata sull'oro e raffica di emendamenti in arrivo
Tra le proposte destinate a entrare nel pacchetto di modifiche alla manovra 2026 spunta un intervento mirato sulla tassazione dell’oro da investimento, dalle monete ai lingotti. Gli emendamenti saranno depositati entro le 10 in commissione Bilancio al Senato, accompagnati da una lunga serie di proposte che riguardano anche fisco, affitti brevi, sanità e regolazione dei pacchi postali.
La definizione delle misure è ancora in corso nei partiti. Una prima selezione dei testi considerati prioritari arriverà martedì con l’elenco dei “segnalati”, cui seguirà una nuova scrematura attraverso le ammissibilità. L’esame della manovra entrerà nel vivo dai primi di dicembre, con l’obiettivo di portare il ddl in Aula a Palazzo Madama il 15 dello stesso mese.
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Tra le misure sul tavolo emerge la proposta di introdurre un’aliquota ridotta al 12,5% – rispetto all’attuale 26% – per chi rivaluta l’oro da investimento entro il 30 giugno 2026. Secondo le stime, se aderisse il 10% della platea potenziale, lo Stato potrebbe incassare fino a 2 miliardi di euro.
Altri emendamenti puntano a estendere la Rottamazione 5 agli accertamenti in corso, proposta sostenuta dalla Lega, e a rivedere alcune misure sulla stretta alle compensazioni e sul sistema pensionistico. Sul fronte delle imprese si prevede la presentazione di correttivi al nuovo Transizione 5.0, per semplificare le procedure che avevano frenato le adesioni alla precedente versione del piano.
Tra le ipotesi compare anche una mini-tassa sui pacchi extra-Ue di piccolo valore, fino a 150 euro, per contrastare l’invasione dei prodotti dell’ultra fast fashion provenienti soprattutto dalla Cina.
Forza Italia si prepara a chiedere l’eliminazione dell’aumento al 26% della tassa sugli affitti brevi, lo stop all’incremento al 24% della tassa sui dividendi delle società con partecipazioni sotto il 10% e la cancellazione delle nuove limitazioni alle compensazioni dei crediti. I senatori azzurri proporranno inoltre modifiche su previdenza dedicata, perequazione, straordinari e assunzioni nelle forze di polizia, nell’editoria, nella sanità e negli enti locali.
Le proposte dell’opposizione si concentreranno su sanità, famiglie, industria e salari, con un nuovo tentativo di riportare al centro il tema del salario minimo. Le modifiche dovranno essere effettuate a saldi invariati, quindi finanziate tramite i 100 milioni disponibili per gli interventi parlamentari, ripartiti tra maggioranza e opposizione, o con tagli di spesa equivalenti. Possibile anche ricorrere alla flessibilità introdotta lo scorso anno, attingendo dai sussidi considerati dannosi o dal rafforzamento del contrasto all’evasione fiscale.
La maggioranza punta ad avviare il voto in commissione al Senato dal 3 dicembre, con approdo in Aula il 15 e chiusura definitiva alla Camera entro Natale. Per accelerare l’iter prende quota l’ipotesi di un maxi-emendamento contenente le modifiche condivise su cui potrebbe essere posta la fiducia.