Il Commissario Ricciardi 3, Lino Guanciale rivela: Finalmente si abbandona all'amore

Una nuova stagione carica di emozioni e svolte inaspettate attende i fan de Il Commissario Ricciardi. Dal 10 novembre su Rai1, la terza stagione della serie ispirata ai romanzi di Maurizio de Giovanni promette un’evoluzione profonda del suo protagonista, interpretato da Lino Guanciale.
Durante l’apertura del Prix Italia a Napoli, de Giovanni e Guanciale hanno anticipato i temi centrali dei nuovi episodi, definendoli come una vera “fioritura emotiva” per Ricciardi. “Questa stagione attinge dai romanzi più potenti, quelli in cui il commissario vive un cambiamento emotivo e sentimentale molto importante”, ha spiegato lo scrittore. “Confido che possa piacere al pubblico ancora più delle prime due”.
Leggi anche Le avventure del Commissario Ricciardi arrivano in edicola
Guanciale, che da anni veste i panni del tormentato investigatore, ha raccontato di aver atteso a lungo questa trasformazione. “Sapevo cosa lo aspettava – ha rivelato – per questo nelle prime stagioni ho mantenuto il personaggio più trattenuto. Ora, finalmente, il commissario ‘esplode’ e si lascia andare all’amore e alla gioia di vivere”.
La storia riparte da Napoli, dicembre 1933. Il commissario Luigi Alfredo Ricciardi e la dolce Enrica (interpretata da Maria Vera Ratti) iniziano a frequentarsi ufficialmente. Ma il peso della maledizione che accompagna Ricciardi – la capacità di vedere i fantasmi delle vittime di morte violenta e ascoltarne l’ultimo pensiero – continua a tormentarlo. “L’ho tenuto stretto nel suo impermeabile, come nei romanzi – ha aggiunto Guanciale – per poi liberarlo dei suoi fardelli e farlo abbandonare all’amore”.
Il cuore della serie resta però la sua città, Napoli. “Vedere le mie storie in televisione – ha detto de Giovanni – è come mandare una cartolina da Napoli, una città fatta di luci e ombre uniche. Mi auguro che il Prix Italia sia qui anche un po’ per merito di Ricciardi”.
Lo scrittore ha poi rivolto un pensiero alla sua città: “Napoli è una città che non ha specchi, non si guarda, vive come in un eterno presente. Se solo prendesse consapevolezza delle sue qualità uniche, potrebbe diventare qualcosa di straordinario”.