La Fenice in sciopero contro la nomina di Beatrice Venezi: annullata la prima di Wozzeck

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La prima dell’opera Wozzeck di Alban Berg, prevista per oggi, venerdì 17 ottobre, al Teatro La Fenice di Venezia, non andrà in scena. Lo spettacolo, che avrebbe dovuto chiudere la Stagione Lirica 2024-2025, è stato cancellato a causa di uno sciopero proclamato dalle rappresentanze sindacali delle maestranze.

La protesta è diretta contro la nomina di Beatrice Venezi come futura direttrice musicale stabile del teatro, incarico che dovrebbe entrare in vigore nell’autunno 2026. Al centro della contestazione non c’è solo il nome della designata, ma anche il metodo di selezione, giudicato poco trasparente e privo di un adeguato confronto interno. Una scelta che ha sollevato dubbi sul percorso seguito dal sovrintendente Nicola Colabianchi e sul profilo artistico della direttrice.

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Nonostante lo stop alla rappresentazione, i lavoratori della Fenice ribadiscono la volontà di mantenere un legame forte con il pubblico. In un messaggio diffuso dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) e riportato dall’Adnkronos, si legge: “Non smettete di sostenerci. Continuate a venire a teatro, rinnovate gli abbonamenti. La vostra vicinanza è il nostro vero motore”.

Nei giorni scorsi, diversi spettatori hanno espresso solidarietà ai lavoratori, e alcuni hanno annunciato di voler non rinnovare l’abbonamento in segno di protesta contro la nomina di Venezi. Un gesto accolto con riconoscenza ma anche con preoccupazione dalle maestranze, che invitano a non abbandonare il teatro: “Comprendiamo chi sceglie di manifestare anche così, ma il nostro appello è chiaro: non voltate le spalle alla Fenice. Il teatro vive grazie a chi lo anima, ma anche grazie a chi lo sostiene e lo ama”.

Nel pomeriggio, alle ore 17:30, è prevista una manifestazione pubblica in Campo Sant’Angelo, durante la quale si terrà un concerto gratuito con il Coro e l’Orchestra del teatro, accompagnato da interventi di esponenti del mondo culturale veneziano. L’iniziativa vuole essere un momento di dialogo con la città e di riflessione collettiva.

Non è un atto contro il teatro, ma per il teatro”, ribadiscono i lavoratori. “Chiedere qualità e trasparenza nella guida artistica è un dovere verso l’arte. Ma senza il pubblico, la Fenice non può esistere”.