Europa alza lo scudo: nasce la Roadmap Difesa 2030 con muro antidroni e scudo spaziale

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La Commissione Europea e l’Alta Rappresentante Kaja Kallas hanno presentato la nuova Roadmap Difesa 2030, un piano strategico che ridefinisce il futuro della sicurezza europea. Evoluzione del progetto ReArmEU, la roadmap mira a rafforzare la capacità di difesa del continente dopo anni di tagli alla spesa militare e sottoinvestimenti seguiti alla fine della Guerra Fredda.

Secondo la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, “le minacce recenti dimostrano che l’Europa è a rischio. Dobbiamo proteggere ogni cittadino e ogni centimetro del nostro territorio”. L’obiettivo è un’Europa più sicura, unita e autonoma, capace di rispondere con rapidità alle nuove sfide militari e tecnologiche.

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La roadmap parte da una constatazione chiara: la Russia ha militarizzato la propria economia, destinando circa il 7% del Pil 2025 alla difesa, pari al 40% del bilancio nazionale. Questa condizione rappresenta, secondo Bruxelles, una minaccia persistente per la sicurezza europea. Per garantire la pace attraverso la deterrenza, l’Europa deve prepararsi ai “campi di battaglia di domani”, puntando su tecnologie di nuova generazione come droni, satelliti e veicoli autonomi.

Negli ultimi anni, i Paesi dell’Unione hanno aumentato significativamente la spesa militare: da 218 miliardi di euro nel 2021 a 343 miliardi nel 2024, con una previsione di 392 miliardi nel 2025. Gli investimenti nella difesa sono cresciuti del 42% nel solo 2024, con 106 miliardi destinati al settore e 88 miliardi all’acquisto di nuove attrezzature.

Pur mantenendo la sovranità nazionale in materia di sicurezza, Bruxelles invita gli Stati membri a unire le forze, riducendo la frammentazione e la dipendenza da fornitori extraeuropei. Attualmente, meno della metà delle attrezzature per la difesa viene acquistata all’interno dell’Ue, una situazione che la Roadmap punta a ribaltare con investimenti congiunti e strategie coordinate.

Il piano introduce quattro iniziative europee principali, definite European Readiness Flagships: il muro antidroni europeo, il sistema di sorveglianza Eastern Flank Watch, lo scudo aereo e lo scudo spaziale per la difesa. Il muro antidroni, sviluppato anche con il contributo dell’Ucraina, dovrebbe diventare operativo entro la fine del 2027, sfruttando l’esperienza maturata da Kiev nel conflitto in corso.

La Commissione sottolinea che la lentezza con cui l’Ue ha riconosciuto la vulnerabilità ai droni riflette una tipica “incognita conosciuta”, ma che oggi la differenza la farà la rapidità della reazione. L’obiettivo è formare entro il 2026 coalizioni di capacità in nove settori chiave: difesa aerea e missilistica, mobilità militare, cyber e intelligenza artificiale, artiglieria, missili, munizioni, guerra elettronica, droni e contro-droni, combattimento terrestre e marittimo.

Entro il 2027, il 40% degli acquisti di difesa dovrà essere effettuato in modo congiunto. Lo scudo spaziale e quello aereo non hanno ancora una data precisa di piena operatività, mentre l’Eastern Flank Watch dovrebbe essere completato entro la fine del 2028.

La Roadmap prevede inoltre la creazione, entro il 2027, di un’area di mobilità militare europea con regole armonizzate e una rete di rotte terrestri, aeree e marittime per spostare truppe e materiali in modo rapido ed efficiente, in coordinamento con la Nato.

Sul piano finanziario, il progetto conferma la stima di 800 miliardi di euro di spese per la difesa, grazie ai prestiti agevolati del programma Safe (150 miliardi) e alla clausola nazionale di salvaguardia, che potrebbe attivare ulteriori 650 miliardi. Un piano ambizioso con l’obiettivo di riportare la difesa europea al centro della strategia politica e industriale dell’Unione entro il 2030.