Pignoramenti per bollette non pagate: cosa prevede il Ddl e come cambia la procedura

Un nuovo DdL, presentato in Senato e già approvato in Commissione Giustizia, introduce una corsia più rapida per il pignoramento dei beni in caso di bollette e altri debiti non pagati. Il testo, ancora non definitivo, punta a semplificare il recupero crediti e ad alleggerire i tempi della giustizia civile.
Pignoramento senza giudice. La proposta consente al creditore di procedere senza decreto ingiuntivo: al debitore arriva un avviso (ad esempio dallo studio legale del fornitore) che concede 40 giorni per pagare. Trascorso il termine, scatta il pignoramento. La misura si applicherebbe non solo alle utenze (luce, gas, telefono) ma anche ad altri debiti di consumo; sono esclusi i mutui bancari.
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Limiti e ambito di applicazione. La procedura è utilizzabile per importi fino a 10.000 euro, cioè nell’alveo delle controversie di competenza del giudice di pace. Il pignoramento può colpire anche stipendio e pensione entro i limiti di legge. All’avviso devono essere allegate prove del credito (fatture, contratti, documenti equivalenti). Il debitore mantiene la facoltà di opposizione rivolgendosi al giudice.
Com’è oggi. Attualmente, dopo la messa in mora, il creditore deve chiedere al giudice un decreto ingiuntivo. Il provvedimento è emesso sulla base di un credito certo, liquido ed esigibile e concede al debitore 40 giorni per pagare o fare ricorso; solo in casi specifici (assegni, cambiali, atti pubblici) il decreto è immediatamente esecutivo. Solo dopo questi passaggi si procede al pignoramento.
Documenti e tutele. Nel nuovo schema l’avviso deve indicare il credito e le sue prove; l’assenza o l’insufficienza della documentazione consente di impugnare l’atto. La semplificazione, secondo i sostenitori, riduce tempi e costi delle esecuzioni; restano centrali i controlli su identità del mittente e veridicità delle richieste per evitare comunicazioni fraudolente.
Iter parlamentare. Il DdL ha ottenuto il via libera in Commissione ed è atteso in Aula al Senato, per poi passare alla Camera. Finché non sarà approvato definitivamente e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, le regole in vigore restano quelle attuali con passaggio dal giudice e decreto ingiuntivo.
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