Droni Shahed trasformati: la Russia li modifica per colpire bersagli mobili con telecamere e modem

droni shahed

I droni Shahed a lungo raggio, originariamente progettati per colpire obiettivi statici, vengono ora impiegati dalla Russia anche contro bersagli mobili e a distanza ravvicinata. Secondo le segnalazioni provenienti dal Corpo Azov della Guardia nazionale ucraina, attivo nella regione di Donetsk, le unità sarebbero sempre più spesso prese di mira da attacchi di questi velivoli modificati.

In passato, le operazioni di attacco a corto raggio erano affidate ai droni FPV (First Person View), dispositivi più piccoli e maneggevoli in grado di trasmettere in tempo reale le immagini all’operatore. Tuttavia, gli ultimi episodi documentano l’utilizzo di Shahed equipaggiati con telecamere e modem, installati direttamente sulla piattaforma del drone.

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Queste modifiche permettono ai droni di collegarsi alle reti wireless ucraine, trasformandoli di fatto in FPV controllabili a distanza. In questo modo, gli operatori possono manovrarli in tempo reale per colpire soldati in movimento, mezzi al fronte e persino treni in corsa.

Le prime evidenze di Shahed modificati con sistemi di trasmissione video risalgono al marzo 2024. Tradizionalmente, questi droni – sviluppati in Iran e successivamente prodotti anche in Russia – venivano impiegati contro bersagli fissi, con coordinate impostate prima del lancio. Le loro dimensioni maggiori rispetto ai droni FPV consentono inoltre di trasportare un carico esplosivo significativamente superiore, aumentando la potenza distruttiva di ogni attacco.