Gaza, consegnati i corpi di quattro ostaggi: Israele riduce gli aiuti, Trump lancia un avvertimento a Hamas

Altre quattro bare con i resti di ostaggi israeliani sono state consegnate da Hamas a Israele, in quello che rappresenta l’ultimo capitolo della complessa trattativa in corso nella Striscia di Gaza. I feretri, dopo essere stati trasferiti nella base delle Forze di Difesa Israeliane (Idf) all’interno dell’enclave, hanno varcato il confine per raggiungere l’Istituto Nazionale di Medicina Legale di Tel Aviv, dove sono iniziate le procedure di identificazione che potrebbero durare fino a quarantotto ore. Una breve cerimonia religiosa, officiata da un rabbino militare, ha preceduto il loro trasferimento.
Il rilascio è avvenuto nella tarda serata di ieri, sotto la supervisione della Croce Rossa Internazionale, poco dopo l’annuncio ufficiale di Hamas. La consegna è arrivata in un momento di forte tensione, dopo che Israele ha deciso di chiudere il valico di Rafah e di limitare l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia, finché non saranno restituiti tutti i corpi dei rapiti ancora detenuti a Gaza. Secondo Tel Aviv, Hamas starebbe ritardando la consegna rispetto ai tempi previsti dal piano di pace.
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Il Cogat, l’ufficio governativo israeliano che coordina le attività nei territori, ha accusato Hamas di aver violato l’accordo sulla restituzione dei resti degli ostaggi, annunciando come conseguenza nuove sanzioni sull’intesa umanitaria raggiunta nei giorni scorsi. Da oggi, ha spiegato il Cogat, “sarà consentito l’ingresso a Gaza di soli 300 camion, la metà di quelli concordati, e solo se appartenenti all’Onu o a organizzazioni umanitarie”. Nessun carico privato sarà ammesso e nessun carburante o gas potrà entrare, fatta eccezione per quello destinato alle infrastrutture umanitarie.
Secondo il Comitato Internazionale della Croce Rossa, potrebbero servire giorni o settimane prima che Hamas consegni tutte le salme previste dai venti punti del piano Trump per la fine del conflitto a Gaza, che prevede anche la riapertura del valico di Rafah. Le operazioni di recupero dei resti sarebbero rallentate dalla difficoltà di individuare i corpi tra le macerie dopo due anni di bombardamenti e incursioni israeliane, avviate in risposta all’attacco del 7 ottobre 2023.
Poche ore prima della consegna, il presidente statunitense Donald Trump ha diffuso un messaggio diretto ad Hamas. “Tutti i venti ostaggi sono tornati, ma il lavoro non è finito”, ha scritto su Truth Social, sottolineando che non tutti i resti sono stati ancora restituiti. “La fase due inizia adesso”, ha aggiunto, avvertendo Hamas sul rischio di un intervento militare: “Se non si disarmano, lo faremo noi, e sarà rapido e forse violento. Sanno che con me non si scherza”.
Nel frattempo, il ministero della Salute di Gaza ha riferito alla Cnn che 45 corpi di palestinesi trasferiti da Israele al Complesso Medico Nasser di Khan Younis non sono stati ancora identificati. Non è chiaro come o dove siano morti, ma le autorità palestinesi affermano che Israele non ha fornito l’elenco dei nomi. I resti, arrivati con mani e gambe ammanettate e identificati solo con un numero, erano conservati in celle frigorifere in Israele. L’ospedale ha dichiarato di voler coinvolgere le famiglie dei dispersi per procedere al riconoscimento.