Von der Leyen, il centrosinistra si divide: mozioni di sfiducia e tensioni tra Pd, M5S e Avs

Il rinvio del confronto interno era stato deciso fino al termine delle elezioni regionali, ma le tensioni esplodono già a Strasburgo. Oggi, giovedì 9 ottobre, il Parlamento europeo voterà diverse mozioni di sfiducia contro Ursula von der Leyen, e il centrosinistra italiano si presenta diviso su quale linea seguire.
I Socialisti europei, e con loro il Partito Democratico, voteranno contro la sfiducia, mentre Alleanza Verdi e Sinistra ha scelto di sostenere la mozione presentata dal gruppo Left. Diversa ancora la posizione del Movimento 5 Stelle, che ha annunciato il voto favorevole sia alla mozione di Left che a quella presentata dai Patrioti, guidati da Marine Le Pen e Matteo Salvini.
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Una decisione che ha provocato la reazione dei riformisti dem all’interno della delegazione europea del Pd. «Quale alleanza si può costruire se Conte sceglie di parlare la stessa lingua di Vannacci?», si chiede Pina Picierno, evidenziando come lo scontro politico si stia spostando da Strasburgo a Roma.
Dal canto loro, gli eurodeputati del M5S rivendicano «coerenza» nella scelta: «Siamo all’opposizione di von der Leyen e, pur non condividendo i contenuti delle mozioni della destra, le voteremo per mandarla a casa. Sosterremo con convinzione la nostra mozione di sfiducia e auspichiamo che tutti i partiti progressisti europei vi convergano».
Picierno torna sull’argomento con toni ancora più duri: «Votano con chi, fino a ieri, avrebbe voluto vedere in catene la loro collega Ilaria Salis. Mi chiedo se davvero qualcuno pensi sia possibile costruire un’alleanza solida e credibile in Italia, se in Europa Conte parla la stessa lingua di Vannacci».
Alle sue parole si aggiunge Giorgio Gori: «Nella prospettiva di una coalizione che non sia solo una somma di sigle, queste scelte meritano un chiarimento definitivo. Non si tratta di dettagli marginali».
Il dibattito interno al Pd, dunque, si riaccende. Dopo un lungo periodo di equilibrio, lo zoccolo duro dei riformisti punta a farsi sentire di più, soprattutto sui temi di politica estera ed economia. Un segnale che sarà visibile anche nell’iniziativa in programma a Milano il 24 ottobre dal titolo “Crescere. Competitività, salari, welfare, sicurezza, Europa. Il contributo dei riformisti”, i cui colori richiamano il blu e il giallo dell’Ucraina.